Sarà un'estate da ricordare, quella dei quota 96. Dopo alterne vicende e continui rinvii, sembrava che la soluzione fosse finalmente a portato di mano attraverso l'approvazione della riforma PA. Eppure ancora una volta i loro desiderata sono stati disattesi. È una storia di disincanto e di lunghe battaglie, quella portata avanti dai cosiddetti esodati della Scuola, ovvero da coloro che hanno maturato nel 2011 i requisiti anagrafici e di contribuzione (rispettivamente 60 più 36 oppure 61 più 35). Non c'è da meravigliarsi se dopo tre anni dalla Riforma che ha cancellato retroattivamente il diritto al pensionamento già acquisito, ora siano sul piede di guerra.

Le parole espresse da Cgil e Cobas Scuola dopo la cancellazione della sanatoria

Basta riprendere le parole di commento dei sindacalisti dopo la cancellazione della sanatoria dalla Riforma della Pubblica amministrazione per comprendere a quale livello di esasperazione sia arrivata la categoria. A inizio agosto, il sito della Cgil ha rilasciato un comunicato durissimo in merito. Vera Lamonica, segretario confederale del sindacato, parlava di ingiustizia ancora più grave dell'ingiustizia stessa, commentando: "mentre finalmente la Camera era intervenuta a sanare l'errore grossolano dei Quota 96 e mentre si poneva rimedio alla grave ingiustizia che la legge Fornero aveva causato ai lavoratori precoci, oggi il ministro ci dice che abbiamo scherzato, che le ingiustizie restano.

Noi diciamo che le ingiustizie andavano e vanno cancellate e che non si torna indietro" (fonte Cgil.it). Anche i Cobas scuola sono intervenuti con parole pesanti sulla vicenda, parlando addirittura di "insopportabile truffa" (fonte Cobas-scuola.it): una terminologia forse pesante, ma in grado di far comprendere chiaramente quanto la misura sia colma.

Il passaggio che rende chiaro perché i lavoratori scendono in piazza

Non vogliono nemmeno sentire parlare di pre-pensionamento i Quota 96. Questo passaggio è stato più volte evidenziato, visto che di fatto il diritto alla pensione è stato già maturato secondo i diritti di legge. Si tratta di un punto importante, soprattutto se consideriamo che fino ad ora le possibili soluzioni allo studio del Governo prevedevano un post-pensionamento con penalizzazione.

Così, gli insegnanti e il personale Ata della scuola hanno scelto di tornare a far sentire la propria voce in piazza. L'occasione è il giorno del prossimo consiglio dei Ministri, il 29 agosto 2014 a Roma; la speranza (alimentata da voci di corridoio su novità per la scuola a settembre) è di poter vedere la parola fine su di una vicenda che prosegue ormai da tre lunghi anni.