Si è parlato molto nelle ultime ore del blocco degli stipendi del personale della Pubblica Amministrazione per i prossimi due anni: si tratterebbe, naturalmente, di un'altra grossa tegola che pioverebbe sul mondo scolastico, già abbastanza preoccupato di ciò che il governo ha in serbo per il prossimo autunno sul piano professionale.
Del resto, il proverbio dice 'Chi tace acconsente' e il tanto atteso 'cinguettio' di smentita da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, tarda ad arrivare: ecco perchè c'è più di un motivo di pensare che le prospettive non siano delle migliori. 
Sono proprio i conti dello Stato, d'altronde, a non lasciar spazio all'ottimismo: il problema fondamentale è la crescita, la ripresa economica. L'Italia dovrebbe recuperare almeno 15 miliardi e non ci si può più permettere di aumentare le tasse, perchè la pressione fiscale ha già raggiunto livelli record.
La conseguenza si chiama 'spending review', ovvero i tagli: se consideriamo che nel triennio 2015/2017 la spesa che si dovrà sostenere per eventuali incrementi retributivi legati ai rinnovi contrattuali sarà di circa 6,5 miliardi, si capisce bene come il Ministero delle Finanze stia pensando seriamente ad un blocco.


Un altro detto dice 'Prevenire è meglio che curare'. Ed ecco perchè i sindacati si stanno già mobilitando per evitare un'ulteriore beffa:  Flc-Cgil e Cisl Scuola sono già sul piede di guerra, per non parlare della Gilda che ha parlato di condizioni pessime dei docenti che continuano con spirito di sacrificio a svolgere un lavoro mal retribuito ed oppresso perennemente dalla burocrazia. Sono principalmente tre i punti chiave che i sindacati sono pronti ad impugnare se mai dovessero improvvisamente spuntare dai piani del governo:
  • aumento dell'orario di lavoro dei docenti;
  • il probabile taglio di un anno alle scuole superiori;
  • il blocco delle posizioni economiche relative sia al rinnovo contrattuale (CCNL) sia a quelle legate agli scatti di anzianità. 
Nel caso in cui uno, o più punti addirittura, dovessero venire violati dai futuri piani dell'esecutivo, gli scioperi ad oltranza diventerebbero una soluzione inevitabile.