Il decreto legge sulla riforma della macchina della Pubblica Amministrazione ottiene il primo sì alla Camera dei deputati, segnando, di fatto, il via libera al testo scritto dalla Commissione affari costituzionali. Tante le novità all'esame di Montecitorio che vanno dai "pensionamenti facili", alla soluzione dei quattromila Quota 96 tra docenti ed altro personale della Scuola, ai pre-pensionamenti, ai trattenimenti in servizio, al turnover e alla mobilità.

La Commissione Bilancio ha dato il suo benestare, nonostante il parere negativo del ministero sulle coperture sulla scorta delle critiche sollevate dal commissario alla Spending Review, Carlo Cottarelli. La palla ora passa al Senato che dovrà approvare il decreto per essere convertito in legge entro il prossimo 23 agosto. Tempi stretti, ma il percorso è delineato. Vediamo le principali novità introdotte.

Quota 96, liberi i docenti incagliati dalla Riforma Fornero

Arriva ad una soluzione l'annosa questione dei Quota 96 creata da un errore tecnico della riforma Fornero. Etichettati così si ritrovano docenti ed altri dipendenti della scuola rimasti in servizio pur avendo maturato i requisiti per andare in pensione.

Con il decreto potranno uscire dalla scuola già a partire dal prossimo 1° settembre 2014 pur dovendo attendere di incassare il trattamento di fine rapporto (Tfr) alla maturazione dei requisiti della legge Fornero. Abolito il trattenimento in servizio e pensionamenti d'ufficio a 62 anni, 68 per i professori - Da fine ottobre 2014 nessun dipendente pubblico potrà rimanere a lavoro dopo aver raggiunto i requisiti pensionistici, al contrario di quanto avviene tuttora: la carriera può allungarsi per altri due anni. Eccezioni: ai magistrati la novità verrà applicata dal 2016. Confermati anche i pensionamenti d'ufficio decisi dalle pubbliche amministrazioni che potranno mandare in pensione i propri dipendenti, con decisione motivata, a 62 anni a condizione che abbiano raggiunto l'anzianità massima, intesa come contributiva e non più effettiva: quindi saranno conteggiati anche i riscatti.

Si va in pensione, quindi, quattro anni prima rispetto al limite standard di 66 anni. Eccezioni: ai professori universitari e ai primari i limiti di età sono fissati a 68 anni, ai medici, invece, al compimento dei 65 anni.

Turnover e mobilità, ecco come funzioneranno

Le amministrazioni potranno procedere ad assunzioni nel limite del 20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014, soglia che nel 2015 diventerà del 40% per arrivare al 100% nel 2018. Percentuali ritoccabili al rialzo per gli enti territoriali che avranno i requisiti per classificarsi come virtuosi. Per quanto riguarda la mobilità, un dipendente pubblico potrà essere trasferito da un ufficio ad un altro nel raggio di 50 chilometri, senza ricevere motivazioni. Eccezioni: genitori con figli sotto i 3 anni o che sono tutelati dalla legge 104. I criteri per definire la mobilità saranno discussi con i sindacati.