Non si esaurisce il dibattito in tema di previdenza, pensione anticipata e riforma Pensioni: tante le ipotesi all’orizzonte, molte delle quali toccano indirettamente il caso pensioni lavoratori precoci, una delle categorie maggiormente colpite dalla Legge Fornero per via in particolare dell’innalzamento dell’età pensionabile e dell’inasprimento delle penalizzazioni previste per chi accede anzi tempo alla pensione anticipata. Le ultime novità paiono comunque positive, con Poletti e il MEF (nella persona del sottosegretario all’Economia Baretta) ad essersi detti favorevoli ad una manovra di riassetto della pensione anticipata che ricorrendo a strumenti quali flessibilità e APA (assegno pensionistico anticipato) risulti in grado di rendere il sistema meno rigido e più aperto alla libera scelta dei lavoratori su quando abbandonare l’impiego.

Una maggiore flessibilità con ampio ricorso a pensione anticipata e prepensionamenti sembra essere la giusta ‘ricetta previdenziale’ in vista di una risoluzione del caso pensioni lavoratori precoci, per il quale non arriverà comunque mai un’accelerata decisiva finchè Poletti, governo Renzi e Istituzioni non prenderanno coscienza della specificità della vertenza. Ogni manovra dovrà comunque fare i conti con la valutazione dell’INPS, che in passato ha già bloccato sul nascere l’ipotesi formulata da Cesare Damiano (pensionamento a quota 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica) per via dell’elevato peso economico (le stime dell’INPS parlavano di oltre 40 miliardi).

Pensioni lavoratori precoci, pensione anticipata, APA e flessibilità: Poletti e MEF aprono alla manovra

Come accennato in apertura, parlando di pensioni lavoratori precoci e previdenza non si può non sottolineare il tenore delle dichiarazioni rilasciate dall’esponente del MEF Baretta e da Poletti, entrambi favorevoli ad una manovra di riassetto della pensione anticipata che sia in grado di flessibilizzare l’uscita dall’impiego e di lasciare ampio margine di scelta ai lavoratori: ‘L’idea per il momento è di non intervenire sul sistema delle pensioni in una chiave di tagli - ha dichiarato in particolare Baretta parlando indirettamente del caso pensioni lavoratori precoci - ma si potrebbe lasciare la libertà al lavoratore di uscire dal mondo del lavoro un paio di anni prima puntando sulla flessibilità’. Ricorso alla flessibilità e manovra di riassetto della pensione anticipata che Poletti vorrebbe invece perseguire configurando l’APA, l’assegno pensionistico anticipato: il ministro punta in particolare alla concessione di un prestito a chi accetti di abbandonare l’impiego prima della naturale scadenza, una misura questa che potrebbe essere prevista anche per chi perde il lavoro ma che al momento sconta un’eccessiva astrattezza. Di fatto Poletti non ha mai dettagliato l’istituto, con ciò pregiudicando il nascere di un dibattito ampio e strutturato sull’argomento: di certo se ne riparlerà, ma di positivo c’è una rinnovata convergenza riguardo agli interventi previdenziali da doversi ratificare. Il passo successivo deve però consistere nel prendere coscienza del fatto che ogni vertenza previdenziale è differente dall’altra: ogni questione o problema o categoria presenta delle particolarità specifiche e in quest’ottica vanno pensati possibili correttivi; lo stesso discorso vale per il caso pensioni lavoratori precoci, categoria quest’ultima dalle caratteristiche evidentemente particolari dettate da un inizio del percorso lavorativo estremamente anticipato nel tempo (c’è chi ha iniziato a lavorare a 15 o 16 anni). Finchè il governo Renzi non prenderà coscienza della specificità del caso difficilmente la vertenza potrà andare incontro ad un percorso risolutivo: noi continueremo comunque a seguire i futuri sviluppi e a tenervi aggiornati. E Voi che cosa pensate al riguardo? Perché il governo stenta a considerare la vertenza dei lavoratori precoci in modo diretto e specifico? Dateci un giudizio commentando l’articolo qui sotto!