Il dibattito sul sistema previdenziale italiano è tornato nel vivo con il mese di settembre, quando il commissario Carlo Cottarelli (intervenuto a Perugia al meeting della Confesercenti) ha ribadito la propria convinzione sul fatto che le rendite pensionistiche vadano riequilibrate. Ma l'idea di agire attraverso un contributo di solidarietà è stata accantonata definitivamente proprio dal Premier Matteo Renzi, che in un'intervista al programma "Porta a porta" ha recentemente espresso la propria contrarietà verso nuovi balzelli sulle Pensioni già maturate.
"Le pensioni non si toccano" ha affermato il Presidente del Consiglio, spiegando proprio che "il primo piano che Cottarelli presentò voleva tassare le pensioni sopra i duemila euro e gli ho detto di no: non è che dai i soldi a quelli che prendono meno di 1.500 euro e li vai a prendere a chi prende duemila. Pensione d'oro non è due o tremila euro al mese, poi è chiaro che se c'è la pensione da novantamila euro al mese intervieni. Sarebbe un grave errore suscitare il panico tra i pensionati per recuperare 100 milioni".
La platea dei lavoratori disagiati e la legge di stabilità 2015
A fare da contraltare alle sicurezze di chi è già arrivato a guadagnarsi l'agognato assegno pensionistico sono però i tanti lavoratori che a partire dalla Riforma Fornero del 2011 hanno visto slittare la propria fuoriuscita dal lavoro.
Stiamo parlando di lavoratori precoci e di chi ha svolto lavori usuranti, ma anche dei noti Quota 96 dell'istruzione pubblica, lavoratori ATA e insegnanti che sono rimasti bloccati tra i banchi di scuola a causa di una svista nella precedente riforma e che in molti casi si sono visti allungare la data di accesso alla pensione fino a sette anni in più rispetto al dovuto.
Resta invece bloccata l'ipotesi di una misura ad hoc al fine di risolvere le situazioni appena elencate, che secondo alcuni poteva consistere nell'offrire il pensionamento anticipato già a partire dai 62 anni di età, con il solo paletto dei 35 anni contributivi. A causa della mancanza di coperture e del sopraggiungere di un nuovo periodo di recessione, la prossima legge di stabilità 2015 del Governo Renzi non toccherà in alcun modo il capitolo previdenziale, quindi resta tutto rimandato a tempi migliori.
Per gli esodati è in arrivo l'approvazione della sesta salvaguardia
Sembra invece che possa risolversi positivamente la questione relativa alla sesta salvaguardia degli esodati: si tratta di lavoratori rimasti nel 2011 senza reddito da lavoro e senza possibilità di accedere alle prestazioni dell'Inps. La misura prevista dal Governo è stata già approvata dalla Camera dei Deputati e resta in discussione in questi giorni al Senato della Repubblica. A tal riguardo, è intervenuto recentemente il Presidente della Commissione lavoro della Camera Cesare Damiano, raccomandando una soluzione positiva in breve tempo: "mi auguro che il Senato approvi rapidamente la sesta salvaguardia degli esodati"; il provvedimento interesserà una platea di circa 32000 persone, resta quindi evidente l'impatto sociale del provvedimento.