Mentre prosegue il confronto politico, parlamentare e sindacale sulla riforma Pensioni 2014-2015 ritenuta necessaria per correggere i "guasti" della riforma pensioni Fornero a partire dalle questioni esodati e Quota 96 scuola, nuovi dati dell'Istat certificano l'aumento della spesa complessiva per le pensioni in Italia e la difficoltà dei pensionati che non riescono ad arrivare a fine mese (il 41,1% dei pensionati prende meno di 1.000 euro al mese). Nel 2012 la spesa per le pensioni in Italia è stata complessivamente pari a 270.720 milioni di euro.
E' quanto emerso da uno un rapporto dell'Istat sui trattamenti previdenziali e i relativi beneficiari. Rispetto al 2011 la spesa previdenziale complessiva registra un aumento pari all'1,8%. L'incremento è, secondo l'analisi dell'Istat, è stato più elevato al Sud (2,2%) mentre all'Estero si rileva quello più basso (0,3%).
"Sono una vergogna nazionale" i dati sulle pensioni diffusi dall'Istat secondo il Codacons. "La stragrande maggioranza dei pensionati italiani - dichiara in una nota il presidente dell'associazione Carlo Rienzi - non riesce a condurre una vita dignitosa e può considerarsi a tutti gli effetti povera. Non solo infatti il 51,4% di quelli residenti al Sud riceve una pensione al di sotto dei 1.000 euro, ma addirittura - aggiunge il presidente dell'associazione dei consumatori analizzando i dati Istat sulle pensioni - in Italia vi sono 2,1 milioni di pensionati che ricevono un assegno di importo al di sotto dei 500 euro, cifra inferiore alla soglia di povertà relativa - spiega Carlo Rienzi fissata dall'Istat e pari a 594,53 euro per un nucleo di un solo componente.
Le pensioni 'da fame' del nostro paese sono inoltre - aggiunge il presidente del Codacons intervenendo così nel dibattito sulla riforma pensioni e proponendo l'aumento delle pensioni minime - tra le più basse d'Europa, complice anche una eccessiva tassazione che risulta assai più elevata rispetto alla media europea".
"Non solo differenze tra nord e sud - emerge da una analisi Coldiretti in occasione dell'analisi territoriale dell'Istat sui trattamenti pensionistici - ma anche tra città e campagne dove in Italia ci sono più di 800 mila pensionati coltivatori diretti con pensioni non superiori a 480 euro al mese che stanno vivendo un periodo estremamente difficile.
Alla disparità di trattamenti nelle aree rurali - dichiara in una nota il presidente di Federpensionati Coldiretti Antonio Mansueto - si aggiunge anche la carenza di servizi sociali che rende più difficile la vita degli anziani. La maggioranza dei coltivatori diretti pensionati - aggiunge Mansueto chiedendo un aumento delle pensioni minime nel contesto della riforma pensioni 2014-2015 - riceve meno della metà di mille euro.
Vi è la necessità di intervenire - afferma il presidente di Federpensionati Coldiretti Antonio Mansueto - per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse ma va anche riconosciuto un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità o non autosufficienza".
"I dati sull'andamento della spesa pensionistica analizzati a livello territoriale confermano l'esigenza di intervenire a sostegno dei pensionati con i redditi più bassi", ha dichiarato il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, commentando i dati Istat sulle pensioni che "confermano l'emergenza, soprattutto nel Mezzogiorno dove il 50% dei pensionati è al di sotto dei mille euro al mese". La Cisl ribadisce al Governo Renzi la proposta di "estendere subito anche ai pensionati il bonus fiscale da 80 euro al mese".