Quelle che ci separano dalla presentazione della legge di stabilità 2015 sono ore decisive per i tanti lavoratori rimasti disagiati in seguito alla Riforma Fornero del 2011. Stiamo parlando di esodati, senza reddito da impiego e senza possibilità di accedere all'Inps, recentemente salvaguardati dall'ennesima sanatoria a scadenza (il problema si riproporrà nel 2016). Ma in una situazione altrettanto drammatica si trovano i lavoratori precoci, che subiscono l'ingiusto innalzamento del requisito anagrafico assieme a chi ha svolto attività usuranti e a coloro che hanno perso il lavoro in età avanzata.

Per non parlare dei dipendenti pubblici della scuola Quota 96, che il diritto formale al pensionamento l'avrebbero già maturato. Tutta questa platea è in attesa di sapere quali decisioni prenderà il Governo Renzi all'interno della prossima legge di stabilità. Vediamo insieme gli scenari che potrebbero realizzarsi a breve.

Dibattito previdenziale, intervengono Damiano e Treu: quale riassetto propongono per la pensione anticipata?

A caratterizzare questi ultimi giorni di dibattito sono state le linee guida tracciate dal Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano e successivamente supportate anche dal Neo Commissario e Presidente dell'Inps Tiziano Treu. L'idea è di flessibilizzare l'uscita dal lavoro per andare incontro principalmente a figure come i lavoratori precoci, segnalati proprio da Treu come "coloro che hanno iniziato a lavorare nei tempi dei tempi".

È chiaro che queste persone vivono in pieno il paradosso della riforma Fornero, avendo decenni di contributi alle spalle e dovendo al contempo restare al lavoro ancora per molti anni. I nuovi meccanismi previdenziali suggeriti da Damiano propongono invece una nuova forma di pensione anticipata, alla quale risulti possibile accedere già con 35 anni di contribuzione e 62 anni di età, a patto di accettare una penalizzazione del 2% per ogni anno mancante rispetto ai requisiti formali attualmente in vigore.

Governo Renzi e Ministro del lavoro Poletti frenano le aspettative: risorse limitate per interventi ad hoc

Purtroppo sull'argomento il Premier Matteo Renzi e il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti hanno messo più volte le mani avanti: non ci sono risorse disponibili per un intervento generalizzato, sebbene le richieste di molti casi particolari risultino legittime e comprensibili.

La quadra si cercherà con tutta probabilità attraverso un insieme di provvedimenti che agiscano a seconda del grado di urgenza, ovvero andando a finanziare le sanatorie per i casi più disagiati. La Ragioneria dello Stato e i tecnici del Governo hanno infatti lavorato a lungo sulla possibilità di una salvaguardia generalizzata, concludendo che il costo necessario per sostenere una misura tanto estesa arriverebbe ad superare addirittura i 40 miliardi di euro. Una cifra semplicemente inavvicinabile per le finanze pubbliche, soprattutto in un periodo di ritorno alla recessione e di ristrettezze di bilancio. A conferma di ciò, dopo il recente monito del FMI arriva un nuovo allarme sui conti della previdenza da parte di Mercer, a sottolineare che i conti del sistema pensionistico siano già oggi tutt'altro che prosperi: secondo la ricerca l'Italia si sarebbe caratterizzata per la debole sostenibilità di lungo termine delle mensilità erogate. E voi cosa pensate al riguardo? Fatecelo sapere con un commento all'articolo.