A pochi giorni dalla presentazione della legge di stabilità 2015 si alimentano le ipotesi e gli scenari più diversi circa la possibilità che venga offerto il pensionamento anticipato ai tanti lavoratori rimasti disagiati dopo l'introduzione della Riforma Fornero. Per il momento gli unici ad avere una garanzia di salvaguardia sono i lavoratori esodati, rimasti improvvisamente senza reddito da lavoro o da pensione circa due anni fa; ma per tutte le altre categorie rimaste bloccate, le speranze sembrano dipendere dalle poche risorse che il Governo saprà individuare, raccogliere e impiegare per queste specifiche necessità.
Stiamo parlando, ad esempio, dei lavoratori precoci, che hanno accumulato già un ingente montante contributivo e che non possono accedere all'inps a causa del vincolo anagrafico recentemente innalzato. Oppure di chi ha svolto lavori usuranti e non possiede più le forze necessarie per adempiere ai propri compiti. Ma in questa tanto discussa platea rientrano anche i Quota 96 nella scuola, insegnanti e lavoratori ATA che avrebbero già maturato il diritto al pensionamento e che non hanno potuto esercitarlo a causa di una svista nella redazione della legge Fornero.
Le ipotesi di modifica del sistema previdenziale e la nuova pensione anticipata 2014
Tra le voci circolate maggiormente negli ultimi mesi, si è molto parlato del progetto di Cesare Damiano, che ha proposto al Governo Renzi di offrire la pensione anticipata a tutti già a partire dai 62 anni di età, purché si sia in possesso di almeno 35 anni di versamenti.
Altre ipotesi, a dire il vero più improbabili dal punto di vista della fattibilità, sono arrivate dalla stessa Inps e in particolare dall'ex Commissario Vittorio Conti, che suggeriva al Governo di offrire per tutti la pensione anticipata svincolata da qualsiasi limite anagrafico, purché il calcolo della mensilità avvenisse con il penalizzante metodo contributivo.
È chiaro che quest'ultima opzione sarebbe quella in grado di offrire la maggior flessibilità possibile di uscita dal lavoro, in cambio però di un sacrificio molto elevato a carico del lavoratore. D'altra parte, per alcune persone che a causa di difficoltà lavorative o problemi personali non sono riuscite ad accumulare 35 anni di contributi, questa potrebbe rivelarsi una delle poche soluzioni utili a garantire l'agognato pensionamento.
L'ipotesi attualmente più accreditata: estendere l'opzione contributivo donna a tutti i lavoratori
Ma nonostante tutte le opzioni sin qui elencate, quella finora più realistica sembra risiedere nella possibilità che venga estesa l'opzione contributivo donna a tutti i lavoratori, cioè anche agli uomini. In questo modo, basterebbe prorogare un provvedimento che risulta già in essere, derogandolo per quanto riguarda gli iscritti inps di sesso maschile. Resta chiaro che in ogni evenienza sin qui esposta non ci saranno regali per nessuno. Purtroppo viste le gravi condizioni in cui versano i bilanci pubblici, ogni apertura alla possibilità di pensionamento anticipato sarà legata probabilmente ad una forma di penalizzazione.
Nonostante ciò, potrebbe comunque essere considerata con attenzione dai lavoratori, che per i motivi più diversi faticano a mantenersi ancora attivi sul mercato del lavoro. E voi cosa pensate al riguardo?