La riforma pensioni al vaglio del Governo prevede, attraverso la nuova legge di Stabilità 2015, importanti novità sulle modalità di anticipo e sul calcolo del TFR dei lavoratori italiani. Il Governo Renzi sta mettendo mano alle norme che regolano il trattamento di fine rapporto, che rendere il Tfr, secondo i detrattori, un ammortizzatore sociale facendogli perdere la sua naturale valenza. L'ipotesi di trovare parte del proprio Tfr anticipato in busta paga ha creato molte polemiche perché la modalità dell'anticipo sarebbe molto sfavorevole per i lavoratori in termini di tassazione.
Alcuni studi hanno fatti dal "Sole 24 ore" hanno calcolato che l'anticipo in busta paga, oltre a essere meno conveniente della classica cessione del quinto dello stipendio, sarebbe svantaggiosa per le categorie di lavoratori con redditi più bassi. Infatti la tassazione prevista è più pesante per i lavoratori con un reddito sotto i 15.000 euro, mentre diventerebbe più vantaggiosa con l'aumentare del reddito. Per capire l'importanza della norma e le ripercussioni ai fini economici è fiscali, basti pensare che ogni anno vengono accantonate risorse pari a 6 miliardi di euro.
Tassazione separata e calcolo aliquote
Cosa prevede la norma attuale? La norma attuale prevede che il Tfr venga calcolato secondo una tassazione separata e senza anticipo mensile: inoltre le leggi dicono che il Tfr venga liquidato al lavoratore alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi in cui si arrivi alla pensione e anche nei casi in cui il lavoratore venga licenziato o dia le dimissioni.
La prestazione economica che spetta al lavoratore nel momento in cui il rapporto di lavoro viene meno, viene calcolata secondo dei parametri fissati dalla legge. Il calcolo della tassazione sul Tfr non è complicato e chiunque lavoratore, in qualsiasi momento può provare a farlo. Per calcolare quante tasse si devono pagare sulla propria prestazione economica occorre trovare il montante totale, che si calcola prendendo lo stipendio annuo e dividendolo per 13,5, la cifra che viene fuori dalla divisione deve essere moltiplicata per il cosiddetto''indice di rivalutazione" che in questo momento è pari al 75% dell'inflazione su base annua più un ulteriore 1,5 %.
Una volta trovato il montante lordo, dovremo calcolare il TFR netto ossia sottrarre le tasse che sono dovute e che il datore di lavoro trattiene in ogni busta paga. Un po' più difficile è invece calcolare la tassazione del TFR perché esso è soggetto ad una tassazione separata che negli anni ha subito diverse modifiche. Fino al dicembre 2000 la tassazione sul Tfr viene divisa tra le ritenute del datore di lavoro e le imposte statali; dal gennaio 2001 viene considerata come base imponibile solo la quota capitale, mentre sono escluse le rivalutazioni annuali. L'aliquota che viene presa in considerazione per la tassazione del Tfr è data dalla media delle aliquote Irpef che il lavoratore ha pagato negli ultimi cinque anni.