Il dato che esce da una ricerca dell'ong WeWorld Intervita è inclemente e drammatico per la nostra Scuola e per l'avvenire dei ragazzi. Sono seicentomila i ragazzi tra i 10 ed i 16 anni che non terminano gli studi ogni anno, lasciando le classi a volte solo per un esame andato male, una bocciatura contro la quale non hanno la forza di riprendersi.

Siamo agli ultimi posti in Europa, con 2 studenti su 10 che lasciano. Numeri importanti, con moltissimi giovani che non riusciranno ad avere una cultura di base, che non si specializzeranno e non acquisiranno un titolo di studio che li possa proiettare decorosamente nel mondo del lavoro.

La ricerca viene confermata anche dall'associazione Bruno Trentin della CGIL e dalla Fondazione Giovanni Agnelli, e ci fa precipitare nelle classifiche europee con una media del 17% di dispersione scolastica rispetto al 12% scarso. Ma ci sono paesi come la Germania e la Francia che sono attorno al 9%: quasi la metà delle cifre italiane.

L'Unione Europea però pretende che entro il 2020 si debba arrivare a cifre accettabili, sotto il 10%. Sarà dura in quanto, se andiamo a vedere le medie regionali, la situazione peggiora, tranne per il Molise che già si trova nel range ottimale, troviamo il Piemonte con oltre il 25%, poco più della Sicilia e quattro punti più della Campania.

Per aggiunta, questa dispersione influisce anche sul PIL per una percentuale tra il 1,4 ed il 6,8% che a seconda dell'andamento del paese si trasforma in una perdita per la collettività tra i 21 ed i 106 miliardi di euro.

Cifre esorbitanti che ci fanno capire come anche uno studente che lascia i libri possa trasformarsi in una tragedia economica.

Se poi andiamo a vedere cosa faranno i ragazzi dopo l'abbandono degli studi, vediamo che, con la crisi lavorativa che stiamo vivendo, non trovano un lavoro, e se riescono a racimolare un impiego, spesso è sottopagato.

Ma la maggior parte di loro rimane disoccupato ed influisce negativamente sull'economia delle proprie famiglie.

Ma cosa fa lo Stato per combattere la dispersione? Per ora ha stanziato una sessantina di milioni per aiutare gli studenti in difficoltà, aiutandoli per i compiti a casa ed investendoli nei centri di socializzazione, oltre ad altri 55 milioni da parte del ministero dell'Istruzione per i progetti di recupero nelle scuole.Purtroppo non basta.