L'8 ottobre il Jobs Act ha incassato il "si" del Senato : nonostante le minacce di divisione interne al partito del PD, il Premier Renzi ha ottenuto la fiducia con 165 si, 111 no e 2 astenuti. Il nuovo testo, che ha portato alla dichiarazione, arrivata da alcuni membri del partito, della volontà di abbandono, ma anche alla scelta di alcuni esponenti di assentarsi dalle votazioni, ha subito delle sostanziali modifiche, rispetto a quello precedentemente presentato. La legge delega sul lavoro adesso attende di essere approvata anche dalla Camera, ma vediamo quali sono i punti trattati e le variazioni apportate.

Tutti i punti del nuovo Jobs Act

Grande assente del nuovo testo è l'articolo 18: dopo le numerose polemiche di cui era stato protagonista, non solo tra maggioranza ed opposizione ma anche all'interno del PD stesso, non vi è alcun riferimento. Tanti altri però sono i punti da analizzare. Per quanto riguarda i nuovi assunti, viene confermata la proposta per il contratto a tutele crescenti, per il quale con l'aumentare degli anni di servizio svolti, cresceranno di pari passo anche le tutele per il lavoratore, al quale viene anche riconosciuto il diritto ad un minimo per ciò che concerne il compenso orario, regola questa da applicare a tutte le tipologie di contratto. Allo stesso modo anche per ciò che concerne l' Aspi (assicurazione sociale per l'impiego), cioè l'ex indennità per disoccupazione, vi è la volontà di allargarne la disponibilità a tutti i lavoratori, anche se essi erano stati assunti con contratti di tipo Co.Co.Co.

, facendo riferimento agli anni di contribuzione versati. E' da sottolineare che tale regola resta valida per tutti coloro che hanno prestato la loro opera per almeno 3 mesi continuativi prima dell'interruzione del rapporto di lavoro.

Si apre alla possibilità di indennità di maternità anche per chi versa i contributi con gestione separata, o se i contributi non sono stati versati dal datore di lavoro.

Nell'ambito di cambiamenti che possano supportare il lavoratore, nel nuovo testo si fa riferimento anche alle ferie solidali, che permetterebbero di donare parte delle ferie in eccesso ai colleghi che ne necessitano per assistere figli o genitori bisognosi. Inoltre, c'è la volontà di ridurre le oltre 40 tipologie di contratto attualmente esistenti; si tratta di un processo di snellimento in cui rientra anche la proposta di ridurre tutti gli atti di tipo burocratico che sarebbero necessari per avviare nuovi rapporti lavorativi.

Altro tasto dolente, quello del demansionamento a cui si aprono le porte, senza però andare ad incidere sullo stipendio del lavoratore. Il testo in Senato, che ha ricevuto parere positivo anche dall'Europa, ha suscitato molte polemiche soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle, ma attualmente dopo la fiducia non resta che attendere cosa accadrà quando il testo arriverà alla Camera.