Dopo lo sciopero nazionale, per i call center continua la battaglia. I lavoratori del settore sono scesi in piazza per organizzare "la notte bianca dei call center", una manifestazione continua che prevede dibattiti e concerti a Piazza del Popolo. Obiettivo comune, quello di dire basta alle delocalizzazioni. C'è un compito che gli operatori call center vogliono portare a termine, evitare che ottantamila impiegati perdano il loro posto di lavoro. I Call center proprio nell'ultimo periodo stavano cominciando a regolamentarsi dal punto di vista normativo, tanto da arrivare anche alla stabilizzazioni.
Oggi, invece, è tutto ribaltato, gli ottantamila lavoratori in prevalenza donne, rischiano di finire in mezzo alla strada perdendo tutti i diritti acquisiti fino ad ora. La notte bianca dei call center è fatta da tutti i lavoratori che oggi rischiano il licenziamento in massa, stiamo parlando dei 262 operatori in mobilità a Palermo, di 490 impiegati alla E-Care di Milano e, infine, gli operatori di Almaviva a Roma, che ancora non sono a conoscenza di quello che sarà il loro destino.
Concorrenza sleale
I sindacati in questi giorni hanno parlato di concorrenza sleale accusando le imprese di delocalizzare contro gli appalti a ribasso. Il motivo sarebbe legato al fatto che un'azienda apre in Italia, sfrutta la decontribuzione e poi chiude bottega lasciando migliaia di operatori senza un'occupazione.
A ciò si aggiunge il fatto che in Paesi come la Romania e l'Albania la manodopera ha un costo molto più basso del nostro e inoltre non c'è alcun rispetto di clausole relative al mantenimento del posto di lavoro. Il problema che i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno evidenziato, riguarda i dati sensibili che, finendo in Paesi che non hanno alcuna tutela, potrebbero portare ad un eventuale uso improprio.
Su questo problema, pare che ci sia una norma recente, pare di due anni fa, che prevede che il cittadino contattato da un call center di un altro Paese, deve essere avvisato e informato che la chiamata non viene dall'Italia.