Continua a tenere banco il caso connesso al nuovo Regime dei Minimi 2015 per i possessori di partite Iva: come ormai risaputo, il testo della Legge di Stabilità licenziato dalla Camera dei Deputati prevede un incremento dell’imposta sostitutiva dal 5 al 15% e l’abbassamento della soglia reddituale di accesso portata dagli attuali 30mila a 15mila euro, una configurazione questa che se approvata rischia di rendere presso che ‘inutile’ lo stesso Regime dei Minimi 2015. Si perché per molti, stante una tale struttura impositivo-normativa, diverrebbe molto più conveniente aprire partita Iva con regime ordinario piuttosto che affidarsi ad un regime dei minimi che a conti fatti indurrebbe il titolare a muoversi nei pressi della soglia di povertà.

Ogni speranza di assistere ad un Regime dei Minimi 2015 che per i possessori di partite IVA risulti più sfumato risiede adesso nella valutazione che nei prossimi giorni dovrà compiere il Senato, ma le ultime indiscrezioni in tal senso non suggeriscono nulla di buono: non solo non si dovrebbero prevedere sostanziali novità normative ma si starebbe addirittura valutando l’ipotesi di incrementare anche l’aliquota contributiva per la gestione separata INPS che potrebbe salire al 33%. A questo punto appare francamente incomprensibile l’atteggiamento assunto dal governo Renzi nei confronti dei possessori di partite Iva: un Regime dei Minimi 2015 così strutturato non ridonderebbe per nulla a favore delle giovani generazioni, categorie per le quali è in fin dei conti pensato lo stesso Regime, alternativo, lo ricordiamo, alla strutturazione ordinaria.

Un dato su tutti: in media un nucleo familiare su quattro con reddito da lavoratore autonomo (e dunque da partita IVA) può contare su meno di 9mila euro l’anno. Perché dunque intervenire in modi così drastici?

Partite Iva, Regime dei Minimi 2015: gestione separata INPS e imposta al 15%, dal Senato arriveranno solo rincari?

Come accennato in apertura, il rischio concreto è quello di assistere inermi ad un Regime dei Minimi 2015 che per i possessori di partite Iva divenga presso che inutilizzabile: il limite dei 15mila euro è infatti da considerarsi al lordo, per non parlare dell’imposta fissata al 15% e del paventato aumento dell’aliquota contributiva per la gestione separata INPS che potrebbe essere portata al 33%. Le associazioni Acta, Confassociazioni e Alta Partecipazione stanno conducendo una campagna di sensibilizzazione sin qui vana: lo stesso vale per i singoli lavoratori autonomi, che sul Web tramite Facebook, Twitter e Social Network in generale stanno lanciando post di sensibilizzazione, hashtag e quant’altro per tentare di coinvolgere più aderenti possibili. Ricordiamo che ogni tentativo di prevedere un ribaltone già alla Camera è fallito stante la bocciatura dell’emendamento Zanetti, ma al Senato, nonostante le attuali indicazioni conducano ad esiti negativi, la musica potrebbe cambiare: l’idea di proporre ulteriori emendamenti esiste e potrebbe essere presa in esame da alcuni gruppi politici, tutto sta a comprendere quale sarà l’eventuale valutazione delle Commissioni che dovranno poi riferire alla Commissione Bilancio della Camera (per intendersi, la stessa che ha bocciato l’emendamento Zanetti). Il Nuovo Regime dei Minimi 2015 per i possessori di partite Iva entrerà in vigore dal primo gennaio, il tempo a disposizione di chi si voglia cautelare aprendo partita Iva stante l’attuale regime (accesso a 30mila euro con imposta sostitutiva al 5%) va dunque ad assottigliarsi. A questo punto vorremmo coinvolgervi chiedendovi per quale motivo, secondo il Vostro punto di vista, il governo Renzi stia lavorando ad un Regime dei Minimi 2015 così ‘duro’. Dateci un giudizio commentando il pezzo qui sotto, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo invece a cliccare il tasto ‘Segui’ poco sopra il titolo dell’articolo.