C’è grande attesa per capire se e in che modo il Senato modificherà il testo della Legge di Stabilità licenziato alla Camera nella porzione dedicata al nuovo Regime dei Minimi 2015 per i possessori di partite Iva. Su Palazzo Madama si concentrano dunque le ultime speranze di poter assistere alla strutturazione di un nuovo Regime dei Minimi 2015 che per certe categorie con partite Iva non diventi sinonimo di povertà o peggio ancora sfruttamento. Si perchè il limite dei 15mila euro attualmente previsto per i professionisti porterebbe parecchi lavoratori autonomi a migrare verso il regime ordinario di certo più conveniente, anche e soprattutto perché questi stessi 15mila euro andrebbero considerati al lordo.

La soglia di povertà insomma sarebbe ad un passo, per non parlare dell’imposta sostituiva: il Regime dei Minimi 2015 per possessori di partite Iva stabilisce infatti l’incremento di quest’ultima che passerà dal 5 al 15%, un aumento che l’emendamento Zanetti (respinto due giorni fa dalla Commissione Bilancio) ha tentato di sfumare prevedendo un’aliquota al 7%. Un nuovo Regime dei Minimi 2015 per possessori di partite Iva con imposta fissata al 15% e soglia di accesso stabilita a 15mila euro per i professionisti, in combinato alla mancata erogazione del bonus Irpef da 80 euro per le stesse partite Iva, ha fatto (forse legittimamente) sorgere il dubbio che il governo Renzi abbia deciso di ‘utilizzare’ i lavoratori autonomi come bancomat per lo Stato.



Partite Iva, Regime dei Minimi 2015: passaggio chiave al Senato, intanto l’ACTA insorge

Ad aver utilizzato questa interessante e a suo modo tragica metafora è stato il Presidente dell'Associazione per la Tutela dei Consulenti nel Terziario ACTA Anna Soru, che all’indomani della bocciatura dell’emendamento Zanetti ha per l’appunto parlato di ‘lavoro autonomo e professionale utilizzato dallo Stato come fosse un bancomat’. Il nuovo Regime dei Minimi 2015 per possessori di partite Iva previsto in Legge di Stabilità suona in effetti mortificante per numerose categorie lavorative, tra l’altro tutti piccoli operatori economici che non hanno possibilità di stringersi in lobby per far sentire la propria voce. Quali sono dunque le speranze di poter assistere ad un Regime dei Minimi 2015 per partite Iva che risulti quanto meno più sfumato rispetto alla struttura prevista all’interno del testo approvato alla Camera? Purtroppo pochissime: al momento da Palazzo Madama non filtra nessuna indicazione positiva, con l’orientamento preponderante che attualmente spinge per l’ok al medesimo testo giunto da Montecitorio. Rammentiamo comunque che chi ha già aperto partita Iva con Regime dei Minimi ha il diritto di conservare la vecchia strutturazione (soglia di accesso fissata a 30mila euro e imposta al 5%) sino al compimento dei 35 anni di età o al raggiungimento dei 5 anni di attività dall’apertura della stessa partita Iva a regime agevolato. Tradotto, il nuovo Regime dei Minimi 2015 per partite Iva non avrà valore retroattivo. L’esame della Legge di Stabilità al Senato è già ripreso, non bisognerà dunque attendere molto per cogliere l’esito del dibattimento. Se desiderate rimanere aggiornati sui prossimi sviluppi vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ poco sotto il titolo del pezzo.