Prosegue senza soluzione di continuità il dibattito riferito a pensioni lavoratori precoci e pensione anticipata: la Legge di Stabilità ha finalmente portato qualcosa ‘in dote’ anche ai lavoratori precoci, con l’emendamento Gnecchi-Damiano ad aver statuito la cancellazione delle penalizzazioni per chi maturi i requisiti di anzianità contributiva previsti per l’accesso alla pensione anticipata pur senza aver raggiunto quelli connessi all’età anagrafica (62 anni).
La norma avrà validità sino al 2017, lasso di tempo certo non biblico ma comunque sufficiente a dare un po’ di respiro ad una classe di individui che dalla ratifica della riforma Fornero non ha mai trovato pace: quali sono adesso le prospettive future in merito al caso Pensioni lavoratori precoci? Al di là della norma sulle penalizzazioni, la strada maestra rimane senz’altro quella di una riforma della pensione anticipata, obiettivo cui tendono all’unisono sia il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano che il ministro del lavoro Giuliano Poletti. E mentre si continua a parlare di prestito INPS (o APA o Mini-Pensione, tutti nomi diversi per identificare la stessa misura), l’istituto previdenziale ha concesso una proroga dell’opzione contributivo donne sino a tutto al 2015.
E se la via per tentare di affrontare il caso pensioni lavoratori precoci e tutta un’altra serie di vertenze previdenziali passasse dall’estensione dell’opzione contributivo anche ai lavoratori di sesso maschile?
Pensioni lavoratori precoci, pensione anticipata e prestito INPS: contributivo per tutti? – Scenario complesso da analizzare
Come accennato in apertura,
sono giorni frenetici sul fronte previdenziale: parlando di
pensioni lavoratori precoci e pensione anticipata non possiamo non rimarcare da un lato l’approvazione dell’emendamento Gnecchi-Damiano, dall’altro
la proroga dell’opzione contributivo donne ratificata dall’INPS nella giornata di ieri. Proprio quest’ultimo punto potrebbe rivelarsi decisivo per il futuro: in passato si è spesso fatto cenno alla possibilità di
estendere la misura ai lavoratori uomini, con ciò significando che anche quest’ultimi potrebbero così accedere alla pensione anticipata giunti a quota
57 o 58 anni di età più 35 di contributi. La misura, se ben ricalibrata, potrebbe andare a costituire una valida alternativa sia per quanto riguarda il caso
pensioni lavoratori precoci sia per quanto concerne tutta una serie di vertenze previdenziali ancora aperte oggi: allargando il raggio prospettico bisogna ricordare che in passato sia il presidente Damiano che il Ministro Poletti hanno sottolineato
l’assoluta necessità di creare un sistema nel quale i lavoratori si possano sentire relativamente liberi di scegliere a che età abbandonare l’impiego, il tutto in un’ottica di potenziamento della flessibilità in uscita. Questo stesso obiettivo è tra l’altro inserito nel
DEF (Documento di Economia e Finanza) redatto dal governo Renzi lo scorso aprile: quale modo allora di perseguire la maggiore flessibilità se non estendendo agli uomini uno strumento
che ha dimostrato di funzionare per le colleghe di sesso femminile? Adesso che la proroga è ufficiale non è detto che non si torni a parlare di estensione agli uomini, anche se va ovviamente considerato
il rovescio della medaglia, ovvero gli assegni previdenziali comunque decurtati di una
media del 20-25%. Tornando a pensioni lavoratori precoci e pensione anticipata, le ipotesi di riforma più concrete per il momento conducono a
Quota 100 e alla configurazione di
un prestito INPS da concedersi a quei lavoratori che decidano di abbandonare l’impiego prima della naturale scadenza. E
Voi che cosa pensate? Ritenete che sarebbe una buona soluzione quella di estendere l’opzione contributivo anche ai lavoratori di sesso maschile? Dateci un
giudizio commentando il pezzo qui sotto! Se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto ‘
Segui’ poco sotto il titolo dell’articolo.