Sono ancora tanti i temi che riguardano gli emendamenti al ddl di stabilità in vista di una riforma pensioni Renzi. Intanto la Camera ha confermato per ben tre volte la fiducia all'esecutivo e il provvedimento è pronto per approdare a palazzo Madama probabilmente già a partire da domani. Uno degli emendamenti più importanti che ha ricevuto il "via libera" dalla Commissione bilancio alla Camera e che ora dovrà superare soltanto lo scoglio del Senato è quello riguardante le penalizzazioni per la pensione anticipata, la questione dei cosiddetti "precoci".

L'emendamento è firma Gnecchi e Damiano e potrebbe rappresentare un primo tentativo di mettere in discussione i principi istitutivi della riforma Pensioni Fornero.

Ecco dunque un'analisi dell'emendamento che cancella le penalizzazioni per i lavoratori precoci e come potrebbe influenzare una riforma pensioni Renzi complessiva e strutturale.

Riforma pensioni Renzi e ddl stabilità: l'emendamento Gnecchi/Damiano su pensione anticipata e penalizzazioni

L'emendamento a firma Gnecchi e Damiano rappresenterebbe realmente una prima deroga importante alla riforma pensioni Fornero. In poche parole, se l'emendamento divenisse legge, i lavoratori precoci potrebbero accedere al trattamento della pensione anticipata senza alcuna tipologia di penalizzazione o decurtazione fino al 31 dicembre 2017.

Un primo elemento da tenere presente riguarda il fatto che la decorrenza sarebbe a partire dal 1 gennaio 2015, il che vuol dire che i lavoratori precoci che hanno già visto decurtato il proprio assegno non potranno avvalersi della norma in maniera retroattiva. In poche parole, quello che è stato perso, resterà tale. Si tratta probabilmente di una soluzione di compromesso, tra i proponenti, il Governo e l'Inps, resta comunque un passo in avanti importante verso una riforma pensioni Renzi complessiva.

Riforma pensioni Renzi e ddl stabilità: pensione anticipata e precoci, chi saranno i beneficiari?

I beneficiari dell'emendamento che cancellerebbe le penalizzazioni sulle pensioni anticipate fino al 31 dicembre 2017 sono tutti i lavoratori che possono presentare i requisiti contributivi della legge Fornero (42 anni e 6 mesi di servizio per i lavoratori, 41 anni e 6 mesi per le lavoratrici) ma che non hanno i requisiti anagrafici, cioè almeno 62 anni di vita.

La misura, una delle più discusse della riforma pensioni Fornero, volta ad allungare la permanenza nel mondo del lavoro, viene completamente riformulata. Ricordiamo che le penalizzazioni previste erano piuttosto consistenti: 1% per ogni anno di anticipo fino ai 60 anni, e dai 60 anni a scendere il 2% annuo. In poche parole, se un lavoratore a 58 anni decidesse di andare in pensione, con la legge Fornero avrebbe il 6% di penalizzazione, con il nuovo emendamento nessuna decurtazione. L'unico elemento contraddittorio resta quello della scadenza al 2017: la speranza è che questa misura possa diventare strutturale.

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