Continua ad esserci elevata tensione tra i contribuenti del regime dei minimi che appartengono alla categoria professionale dei consulenti, dei professionisti o dei freelance. Abbiamo già parlato a lungo di questo caso specifico nel corso dei nostri precedenti articoli, riscontrando sempre l'interesse dei lettori coinvolti; il problema si genera a partire dalla legge di stabilità 2015 e dai cambiamenti dei parametri che sono stati fatti riguardo l'accesso e la permanenza alle agevolazioni spettanti per il nuovo regime dei minimi. Il legislatore, in questo senso, ha inteso allargare la platea eliminando per tutti il vincolo dell'età anagrafica e dei cinque anni di permanenza qualora si siano superati i 35 anni.

Ma il prezzo di questo allargamento verso il basso sembra essere finito tutto sulle spalle dei lavoratori intellettuali, visto che sono stati gli unici a vedersi restringere il limite di fatturato a 15.000 € annui.

L'intervento di Anna Soru, Presidente Acta: "è paradossale"

Non utilizza mezzi termini per definire la vicenda Anna Soru, Presidente dell'associazione per la tutela dei consulenti nel terziario avanzato: "nel momento in cui si stanziano risorse per dipendenti, imprese, artigiani e commercianti, è paradossale che il lavoro autonomo e professionale divenga il bancomat dello Stato". Il riferimento è al fatto che nella nuova normativa, le soglie di fatturato sono state divise per codice di attività; così, i commercianti possono mantenersi all'interno dei minimi con fatturati fino a 40.000 €.

Se è vero che in parte questo livello è giustificato dai maggiori costi sostenuti in tali attività, secondo l'Acta i parametri decisi per i propri iscritti porteranno semplicemente alla chiusura definitiva delle attività.

Con l'aliquota impositiva triplicata, professionisti vicini alla soglia della povertà?

Ma oltre all'ingiustizia percepita in confronto con gli altri lavoratori, alla base del problema vi sarebbe la capacità di sussistenza dei professionisti rispetto a parametri tanto stringenti.

Questo perché l'aliquota impositiva, sempre secondo gli ultimi aggiornamenti, dovrebbe di fatto triplicare dal 5% al 15%. Mentre nei prossimi anni dovrebbe salire anche la percentuale di contribuzione da versare alla gestione separata dell'Inps, che potrebbe arrivare a superare il 30%. Una serie di paletti che se applicati al reddito lordo massimo di 15.000 €, rendono evidente quanto sia reale il rischio di povertà.

Nuovo regime dei minimi, si spera nelle modiche durante il passaggio della legge di Stabilità al Senato

Stante la situazione, l'Acta minaccia di compiere proteste plateali se non si terrà conto delle esigenze dei lavoratori intellettuali, con il passaggio della legge di stabilità al Senato. L'obiettivo principale resta l'innalzamento del limite di fatturato. Secondo alcune indiscrezioni, il Governo Renzi starebbe pensando di alzare il limite per la categoria fino a 20.000 €, andando a limare sulle agevolazioni di artigiani e commercianti. E voi, che opinione vi siete fatti in merito a questa vicenda? Restiamo in attesa di sapere cosa ne pensate con un commento all'articolo; se invece volete restare aggiornati sulle ultime novità per le partite iva, potete utilizzare la funzione "segui" presente in alto, sotto al titolo.