L'attuale sistema pensionistico in Italia mostra forti difficoltà dovute, non tanto al fatto che sono continuamente criticate le norme relative alla riforma Fornero, ma dalla gestione che arriva dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps). Le tasse che sono applicate agli assegni pensionistici sono molto alte e gravano, ovviamente, sui pensionati che hanno difficoltà a giungere alla fine del mese a causa degli assegni troppo bassi paragonati al costo della vita quotidiana. Questa situazione è nota al presidente del consiglio Matteo Renzi; già prima dell'estate lo stesso premier aveva annunciato l'intenzione di mettere mano alle Pensioni minime, aumentandole per portarle a livelli economici più accettabili.

Anche il ministro Boschi, gli ultimi giorni del 2014, era tornata sulla questione con alcune dichiarazioni piuttosto chiare: l'aumento delle pensioni minime sarebbe stato discusso nel corso di quest'anno o al massimo nel 2016. I tempi dipenderanno, così, dalla disponibilità economica dell'Italia e da quelle risorse che il governo riuscirà a mettere in campo per il sostegno ai pensionati. Chissà se l'arrivo di Boeri, a capo dell'INPS, possa influire sulla flessibilità e su eventuali aumenti degli assegni pensionistici. Certo è che Boeri dovrà affrontare all'INPS una situazione non facile tra debiti molto elevati e disponibilità limitate, anche a causa dell'incorporazione nell'Istituto dell'INPDAP.

Le spese, negli ultimi quattro anni, sono lievitate da 91 miliardi a 322 miliardi; un costo insostenibile per il futuro del sistema previdenziale italiano.

Nel frattempo si parla di esenzione del ticket per i pensionati che raggiungano i 65 anni di età e un reddito complessivo inferiore a 36151,90 euro all'anno, proposta che potrebbe non essere presa in considerazione dato che la spesa sarebbe rilevante. Luca Coletto, coordinatore degli assessori regionali alla sanità, propone l'esenzione del ticket solamente agli anziani con pensioni sociali, ai disoccupati oppure per le famiglie numerose.