Il Jobs act e la riforma pensioni 2015 continuano ad infiammare il confronto politico e sindacale agitando la maggioranza che sostiene il Governo Renzi che rischia di "bruciarsi". E' "scontro" tra i presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato dove questa settimana prosegue l'esame dei primi due decreti attuativi della legge delega sul lavoro. Mentre sul fronte della riforma delle Pensioni si attende per venerdì prossimo il nuovo incontro tra esecutivo e parti sociali convocato dal ministro del Lavoro per discutere anche della nuova governance dell'Inps dove si resta in attesa dell'insediamento ufficiale del nuovo presidente Tito Boeri che ha già anticipato il suo piano: più "equità, flessibilità e trasparenza" nel sistema previdenziale: ovvero nuovi tagli alle pensioni d'oro, nuove forme di pensione anticipata e finalmente l'arrivo della busta arancione per il calcolo della pensione.



Lavoro e pensioni, Sacconi (Ap): 'Più collegialità, evitare errori riforma Fornero'

"Invito il governo nella sua collegialità - ha dichiarato in una nota stampa il presidente della commissione Lavoro e Previdenza sociale del Senato Maurizio Sacconi (Ap) - a evitare di ripetere gli errori della legge Fornero per ragioni esclusivamente ideologiche. Tanto più - ha sottolineato il senatore Sacconi chiedendo all'esecutivo di assumere scelte condivise sulla riforma del lavoro e delle pensioni - in una stagione nella quale è già così difficile produrre occupazione aggiuntiva". Il presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama ha espresso "preoccupazione" per le ultime dichiarazioni del premier Matteo Renzi secondo il quale, dopo i primi due decreti attuativi del Jobs act sui nuovi ammortizzatori sociali e sul nuovo contratto a tutele crescenti, il terzo decreto attuativo della legge delega sul lavoro "sarà un po' più di sinistra".

Secondo l'ex ministro del Lavoro del Governo Berlusconi, invece, il Jobs act dovrebbe semplicemente contenere il testo unico delle leggi sul mercato del lavoro: "regole semplici e certe traducibili in inglese".

Riforma pensioni e fisco, Damiano (Pd): 'Stop contributi previdenziali partite Iva'

Di diverso avviso è il presidente della commissione Lavoro pubblico e privato della Camera Cesare Damiano (Pd) secondo il quale un "Renzi in versione di sinistra - ha detto - è interessante e da incoraggiare". Damiano, comunque, continua a sollecitare nuove modifiche al Jobs act, in particolare sulle risorse da destinare alla nuova Aspi, e sollecita interventi di riforma pensioni con più flessibilità in uscita per la pensione anticipata a 62 anni; tra le proposte di Damiano, esponente della minoranza del Pd, anche la soluzione Quota 100. Dal consiglio dei ministri di venerdì prossimo 20 febbraio, a margine del quale il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti incontrerà i rappresentanti sindacali, la minoranza Pd si aspetta "importanti novità", sia sul "disboscamento radicale delle forme di assunzione più precarie", ha spiegato Damiano, sia "per il miglioramento delle normative sul lavoro autonomo". Il presidente della commissione Lavoro della Camera ritiene invece positivo l'intervento sulla riforma del regime dei minimi per le partite Iva, ma ritiene che a questa misura vada integrato, nell'ambito dell'esame del decreto Milleproroghe nel quale sono stati già presentati diversi emendamenti, il "blocco dell'aumento dei contributi previdenziali delle partite Iva".