Mentre il Governo Renzi resta ancora concentrato sulle ultime fasi della riforma del mercato del lavoro, rimane ancora uno spiraglio aperto per quanto riguarda la delicata questione della previdenza italiana. Sono tante le proposte giunte al Governo negli ultimi giorni ma sono rimaste senza una risposta concreta visto che al momento, l'esecutivo sta lavorando sul Jobs Act giunto ormai in fase di chiusura.
Infatti, giorno 12 febbraio, i provvedimenti contenuti nella nuova riforma del lavoro saranno presentati dinanzi alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Dopodiché, come dichiarato dal ministro Poletti verrà ripreso l'argomento Pensioni. Intanto, la discussione sul meccanismo di Quota 100 ideato dal presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, rimane ancora aperta. "Con il via libera delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato alla nomina di Tito Boeri alla guida dell'Inps ci attendiamo proposte concrete da parte del Governo", ha dichiarato Damiano. La vecchia riforma dell'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, ha allungato ulteriormente l'età pensionabile causando non pochi problemi per ciò che riguarda il sistema pensionistico di molti lavoratori. Le categorie rimaste coinvolte, sono i Quota 96, gli esodati, i lavoratori usuranti e precoci ma a pagare di più sono i giovani che, a causa dell'allungamento dell'età pensionabile che non ha permesso ai più anziani di accedere alla pensione, fanno fatica ad entrare nel mondo del lavoro.
Il Governo non si è ancora pronunciato in merito alle ipotesi pervenute da esponenti politici e vari sindacati ma secondo Damiano la proposta che molto probabilmente potrebbe essere presa in considerazione è la Quota 100, visto che permetterebbe ai lavoratori il ritiro in pensione dopo il raggiungimento di 60 anni di età e 40 anni di contributi, oppure 61 anni di età e 39 anni di versamenti contributivi o ancora, 62 anni di età e 38 anni di contributi.
Si tratta di uno strumento flessibile visto che, il lavoratore potrà andare in pensione anche se in possesso di requisiti contributivi minori ma con un'età maggiore. resta comunque il fatto che l'adozione di tale meccanismo proposto da Damiano, potrebbe comportare alle casse statali un costo da 2,5 a 11 miliardi di euro. È questo il motivo che molto probabilmente induce il Governo Renzi a temporeggiare.