All'interno delle discussioni sulla riforma pensioni del governo Renzi arriva la proposta di Armando Siri, leader del Partito Italia Nuova, che prevede, attraverso un sistema totalmente rinnovato di contribuzione, un assegno pensionistico di 1000 euro al mese per tutti i lavoratori al di là del reddito percepito. La proposta, che è piaciuta anche a Nino Galloni, membro del Collegio dei Sindaci dell'Inps, sembra essere stata accolta favorevolmente anche da Matteo Salvini della Lega Nord, che intende inserirlo nel proprio programma e farne un proprio cavallo di battaglia.
Si tratta, in parole povere, di legare il sistema previdenziale alla Flat Tax, in maniera tale da garantire a tutti la possibilità della pensione.
Riforma pensioni, governo Renzi: cosa prevede il programma Siri? News 27-03
La riforma Pensioni proposta da Armando Siri e che probabilmente verrà rilanciata al governo Renzi dalla Lega Nord prevede una trasformazione complessiva del sistema previdenziale italiano. I lavoratori dipendenti verserebbero mediamente all'anno 7.500 euro, di cui 5mila euro di contribuzione fissa a carico del datore di lavoro, al di là del quale sia l'entità del reddito percepito, e il resto a carico del lavoratore; il periodo di contribuzione dovrebbe essere di 40 anni, che così produrrà un "tesoretto" di 300mila euro che, calcolando circa 20 anni di erogazione dell'assegno pensionistico sulla base della durata di vita media, porterà al lavoratore una retribuzione netta di 15mila euro lordi all'anno, cioè circa 1000 euro al mese per 14 mensilità (comprendenti tredicesima e quattordicesima).
I lavoratori autonomi, invece, verserebbero 3.500 euro annui per 35 anni di contribuzione, il che porterà ad un assegno pensionistico di circa 500 euro al mese, oppure sempre 3.500 euro all'anno ma per 40 anni, e dunque l'assegno sarebbe di 600 euro al mese.
Riforma pensioni, governo Renzi: chi sarebbe coinvolto nel nuovo sistema? News 27-03
Ad essere coinvolti all'interno del nuovo sistema previsto dalla riforma pensioni di Armando Siri sarebbero tutti i lavoratori e sarebbe dunque possibile anche andare in pensione a 60 anni, fermo restando il raggiungimento del requisito di 40 anni di contribuzione.
Rientrerebbero nella misura tutti i neo-lavoratori e coloro che hanno già versato 10 anni di contributi e, qualora i versamenti siano superiori alla soglia prevista, l'Inps "risarcirebbe" la differenza. I lavoratori, invece, che si trovano ad avere già 25 anni di anzianità potrebbero scegliere il nuovo sistema soltanto se il loro assegno futuro fosse superiore ai 1000 euro al mese, in questo caso riceverebbero un rimborso rateizzato dall'Inps. La proposta, come già detto, piace molto alla Lega Nord e a Matteo Salvini, è da vedere però quale sarà il giudizio del governo Renzi e del ministro del Lavoro, Poletti.
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