Anche la scorsa settimana si sono susseguite notizie relative alla riforma del sistema previdenziale. Si auspica che le proposte, gli annunci e le promesse fatte in questi ultimi giorni possano trovare attuazione nell'eventuale riforma della legge pensionistica allo studio dell'Esecutivo. Il governo Renzi ha come obiettivo principale quello di rendere l'attuale norma previdenziale più flessibile trovando opinioni differenti tra i vari partiti politici.

Quota 100, una delle ipotesi per la riforma del sistema previdenziale

Diverse sono le ipotesi di modifica, così come evidenziato sul sito pensionioggi.it, tramite diversi sistemi di uscita dal lavoro flessibile.

Quella più accreditata è la cosiddetta Quota 100, proposta dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, la quale prende in considerazione il valore 100, appunto, quale somma tra età anagrafica e anni di contribuzione. Negli ultimi giorni è stato presentato un nuovo disegno di legge dal deputato della Lega Nord, Emanuele Prataviera, che prevede la possibilità di andare in pensione al raggiungimento della quota 100 avendo come condizione essenziale i 58 anni di età oppure i 35 anni di contributi.

Proposta della Lega: '800 euro al mese al raggiungimento dei 35 anni di contributi versati'

Ci sono anche altre ipotesi come quella di incentivare i versamenti volontari, rendere più convenienti gli anni della laurea riscattati oppure quella proposta dalla Lega di accogliere la pensione per tutti quei lavoratori neo assunti con un'anzianità di servizio inferiore ai 10 anni, i quali avrebbero diritto, al raggiungimento di 35 anni di contributi, ad un assegno pensionistico di 800 euro al mese per 14 mensilità che potrebbe diventare di 1.000 euro con 40 anni di contribuzione. A queste ipotesi si affiancano alcune certezze come quella relativa alla cancellazione delle penalizzazioni (almeno fino al 2017) per chi va in pensione prima dei 62 anni dopo aver raggiunto, però, la contribuzione minima richiesta.

Vedremo nei prossimi mesi quali saranno le intenzioni del governo Renzi in merito alla riforma del sistema previdenziale.