Sono in corso le audizioni dinanzi alle Commissioni Cultura della Camera e del Senato con i sindacati sulla questione della riforma scuola Renzi per il 2015: si tratta di un "passaggio" piuttosto importante, in quanto rappresenta la maniera attraverso la quale un governo si confronta con le parti sociali intorno ad un dato provvedimento. La possibilità di una convergenza di vedute tra il premier Renzi e i maggiori sindacati, bersaglio continuo degli attacchi del governo, è molto difficile, e probabilmente il tutto sarà rinviato a dopo le Elezioni Regionali 2015.

La motivazione è molto semplice: una battuta d'arresto del PD potrebbe rinforzare l'opposizione interna e la minoranza dem, la quale vorrebbe intervenire in maniera molto più decisa in chiave di emendazione del ddl di riforma Scuola.

CGIL e CISL: la riforma scuola 2015 di Renzi fa acqua da tutte le parti, news 28 maggio

Pantaleo della FLC-CGIL, nel corso dell'audizione dinanzi alle Commissioni di Camera e Senato, ha sferrato un duro attacco contro una serie di elementi contenuti all'interno del testo di riforma scuola 2015 di Renzi-Giannini, sottolineando come gli emendamenti della Camera, di fatto, non abbiano intaccato gli assunti più iniqui del ddl. In primo luogo, il nodo del piano assunzioni: abilitati TFA, PAS e SFP devono essere immessi in ruolo, con un piano pluriennale, e soltanto poi si può cominciare a parlare di concorso a cattedre.

È incredibile, queste le parole di Pantaleo, che docenti selezionati e con esperienza non possano entrare nella scuola. Dello stesso avviso è stato anche Scrima della CISL che ha chiesto il medesimo provvedimento: l'allargamento del piano assunzioni a tutti i precari della scuola. L'altro elemento su cui si sono trovati d'accordo i due sindacati riguarda il nodo dei poteri del preside-padrone: risulta incredibile, trattandosi tanto più di una branca della Pubblica Amministrazione, affidare all'arbitrio di una sola persona il futuro lavorativo di un docente, in più i 200 milioni di euro di premialità per i docenti non possono essere gestiti dai presidi (e dal loro assoluto arbitrio) ma essere inseriti all'interno della contrattazione.

Le risposte di Renzi sulla riforma scuola rinviate a dopo le Elezioni Regionali 2015

La battaglia sui possibili emendamenti al ddl di riforma scuola Renzi si gioca sicuramente al Senato, dove il governo e il PD hanno una maggioranza molto risicata e dove la minoranza dem può far valere il proprio peso. Sembra che il premier Renzi abbia deciso di rinviare le discussioni a dopo le Elezioni Regionali 2015, dal momento che il risultato elettorale avrà un impatto piuttosto deciso sulla tenuta del governo e del PD.

Ad esempio, una sconfitta o una "non-vittoria" del PD potrebbe rafforzare le istanze della minoranza interna che dunque potrebbero imporre la propria linea al Senato. Ma la contraddizione più grande sta forse nel fatto che il destino di una delle istituzioni democratiche più importanti, la scuola, debba essere segnato da un risultato elettorale. Questo il giudizio dei sindacati e di molti operatori della scuola.

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