Dopo la famosa sentenza n. 70 del 2015 della Corte Costituzionale - che ha dichiarato illegittima la c.d. "norma Fornero" -, di cui abbiamo già parlato, si sono susseguite voci contrastanti, ampiamente riportate da tutti gli organi di stampa, in merito a quanto inciderà sul bilancio dello Stato il rimborso dei ratei di pensione (la parte non corrisposta proprio a seguito del blocco della perequazione per gli anni 2012 - 2013, con particolare riguardo alle Pensioni superiori al triplo del minimo Inps), e come andranno compensate le somme che dovranno essere corrisposte.

Altro argomento all'ordine del giorno è la somma complessiva lo Stato dovrà corrispondere ai pensionati destinatari della norma dichiarata incostituzionale (ricordiamo che l'INPS, l'ente competente in materia previdenziale, si sta ufficialmente occupando dei calcoli).

Le ultime dichiarazioni riportate dai giornali sono state quelle di Enrico Zanetti - sottosegretario di Stato al Ministero dell'Economia e delle Finanze - il quale (precisando di parlare a titolo personale) ha affermato che non si possono restituire soldi a coloro che percepiscono una pensione mensile di "3.500 - 4.000 euro al mese, quando si è chiesto ai giovani di passare al sistema contributivo e ai quasi pensionati, di spostare avanti l'età per andare in pensione.

Sarebbe immorale, un'ingiustizia spaventosa, e il governo deve dirlo forte".

Diverse sono le dichiarazioni del Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il quale ha assicurato che, nel pieno rispetto di quanto stabilito nella sentenza della Corte Costituzionale, il Governo sta studiando una serie di misure che comportino il minore impatto possibile sul bilancio dello Stato.

Il ministro ha escluso che sarà posta in essere una nuova manovra.

Non bisogna dimenticare, infatti, che sulla questione è intervenuta in questi giorni anche l'Unione Europea, che ha chiesto all'Italia di compensare nel DEF (emanato recentemente dal Governo) eventuali nuove misure varate a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, non compromettendo il Patto di Stabilità.

Palazzo Chigi è a sua volta intervenuto sull'argomento, chiarendo che la linea che il Governo sta seguendo è quella espressa dal ministro Padoan le cui dichiarazioni, pertanto, sono le uniche da prendere in considerazione.

Secondo quanto riportato dal quotidiano il Sole 24 Ore, una soluzione potrebbe essere quella di restituire le somme non corrisposte a seguito del blocco della perequazione partendo dalle pensioni pari a oltre 4 volte il minimo INPS, nella speranza che coloro che devono percepire le somme più basse non ritengano "conveniente" proporre un'azione giudiziale per il recupero delle medesime. Tale soluzione è ritenuta, stando a quanto riportato dagli organi di stampa, in linea con quanto previsto nella sentenza della Corte Costituzionale.

Giuristi e fonti vicine alla Consulta, tuttavia, sono intervenuti affermando che la sentenza che ha dichiarato incostituzionale la norma relativa al blocco della perequazione delle pensioni per gli anni 2012 - 2013 è di immediata applicazione ed è valida "erga omnes"; pertanto, non è necessario proporre un'azione giudiziale per ottenere la corresponsione dei ratei di pensione non corrisposti (eventualmente, un ricorso potrebbe essere proposto per sollecitare il pagamento dei medesimi).

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