Il presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi comincia a parlare in prima persona di riforma Pensioni dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul blocco della rivalutazione degli assegni previdenziali. Il premier, che dopo le promesse non mantenute sul pensionamento degli insegnanti della Quota 96 e la nomina di Boeri all'Inps non ha più parlato di previdenza, si è soffermato oggi sulle pensioni integrative e complementari dopo gli interventi inseriti nella legge di Stabilità che hanno aumentato le tassazioni sui rendimenti di fondi pensioni e casse previdenziali.

Riforma pensioni 2015, nuovi interventi di Renzi e Poletti dopo sentenza Consulta

"I fondi pensione - ha detto oggi Renzi intervenendo sulla riforma del sistema previdenziale nel corso di un convegno con le società quotate in Borsa - hanno un grado di investimento che è tra i più bassi a livello europeo, forse mondiale". Il primo ministro ha annunciato oggi (4 maggio) "una strategia diversa sui fondi pensioni" spiegando che il ministro dell'Economia e delle Finanza Pier Carlo Padoan "ci sta già lavorando". Sulla questione previdenziale alla luce della sentenza della Consulta sulla riforma pensioni Fornero, interviene oggi anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti secondo il quale "è ancora presto - ha detto - per fare valutazioni" sugli effetti della decisione della Corte Costituzionale, a "sicuramente - ha rassicurato il ministro - non faremo una patrimoniale".

Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, propone all'esecutivo di "trovare le risorse per coprire il buco sulle pensioni - ha detto a margine di un'assemblea di Rete Imprese Italia - tagliando la spesa pubblica improduttiva". Il buco sulle pensioni potrebbe addirittura raggiungere quota 13 miliardi di euro, secondo le ultime stime pubblicate oggi dal quotidiano La Repubblica diretto da Ezio Mauro.

Previdenza, Damiano sollecita al Governo flessibilità in uscita per la pensione anticipata

Intanto, il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio Cesare Damiano, così come i sindacati Cgil, Cisl e Uil, sollecita al Governo Renzi la rivisitazione complessiva del sistema pensionistico regolamentato dalla legge Fornero perché "ha bisogno di correzioni", a cominciare, ha ripetuto il deputato della minoranza dem, "dall'introduzione di un criterio di flessibilità per l'accesso al pensionamento da 62 anni". Misure "che richiedono - ha proseguito chiedendo l'impegno dell'esecutivo - l'investimento di risorse.

Un tavolo di confronto - ha sottolineato Damiano - servirebbe per ricostruire un quadro generale di interventi sulla previdenza. Altrimenti c'è il rischio - ha aggiunto l'esponente della minoranza del Partito democratico diviso sulla riforma pensioni - di chiudere una falla e di aprirne altre procedendo per aggiustamenti parziali e contraddittori".