Tutti contro i dirigenti scolastici. La nuova riforma della Scuola concederà loro poteri degni di far 'impallidire i supereroi' e allora tutti a criticare e a 'malignare' su quello che potrà succedere negli ambienti scolastici, a partire dal prossimo mese di settembre. Secondo un sondaggio condotto dal noto portale 'Orizzontescuola', siamo arrivati addirittura al 96 per cento di giudizi negativi in merito all'affidabilità dei presidi. Un vero e proprio plebiscito contro coloro che sono già stati definiti come gli 'sceriffi della scuola'. E a forza di subire e di essere protagonisti di un vero e proprio tiro al bersaglio, i presidi si ribellano e alzano la voce.

A difendere la categoria è il presidente dell'associazione nazionale presidi, Giorgio Rembado.

'Siamo il capro espiatorio del malumore generale contro valutazione e premialità'

Rembado difende l'identità propria di ciascun dirigente scolastico e si oppone all'attacco generale come 'categoria'. 'La verità - afferma il 'numero uno dei presidi' - è che si è deciso di attaccare i presidi per attaccare la valutazione e la premialità. Sono vecchie battaglie che si combattono da decenni nella scuola: la realtà è che la progressione di carriera dei docenti non è stata, fin qui, valutata in nessuna maniera.' 

Insomma, i presidi rivendicano la loro serietà nell'esercizio della professione e non accettano a priori i pregiudizi accusatori riguardanti 'raccomandazioni, clientelismo, amicizie e favori personali'. 

Mettendo da parte per un attimo quelli che sono i sospetti dei docenti in merito al discorso legato alla premialità, è indubbio riconoscere che i presidi migliori sono quelli che pensano meno alla burocrazia e alla loro funzione 'manageriale' e che si dedicano di più ai rapporti personali, soprattutto verso i ragazzi. 

Si temono raccomandazioni e sfacciati favoritismi 

C'è da augurarsi che possa prevalere quest'ultimo aspetto e che non si vadano a realizzare, invece, quei timori di favoritismi giustificati dal fatto che 'quell'insegnante è la sorella, il figlio o la cugina di...'. I presidi non accettano a priori questa etichetta: a loro spetterà l'onere di dimostrare serenità ed onestà nelle proprie scelte e nello svolgimento delle loro mansioni.