Chi ha sempre detto che il lavoro nei campi è poco onorevole, malpagato e riservato a gente di scarsa alfabetizzazione - le famose "braccia sottratte all'agricoltura" - sarà costretto a cambiare di opinione. Dalla vicina Svizzera, ed in particolare dal confinante Canton Ticino, di lingua italiana, arrivano incoraggianti notizie di ripresa e rivalutazione dell'antico mestiere del contadino. Arrivano soprattutto interessantissime offerte di lavoro: si cercano contadini da retribuire con 2.200 euro il primo mese, che salgono a ben 3.100 euro a partire dal secondo mese.

Nel Canton Ticino sono infatti a corto di contadini: solo 2mila persone su 300mila lavorano in agricoltura. Un'opportunità sicuramente allettante per i lavoratori frontalieri italiani, residenti in Lombardia, che potrebbero rispondere alle offerte di lavoro rimanendo a vivere in Italia, visto che il costo della vita in Svizzera rimane decisamente più elevato rispetto al nostro. Tuttavia per chi volesse trasferirsi in Svizzera, nel rispetto delle norme sull'immigrazione recentemente approvate con referendum, beneficerebbe di un regime fiscale più benevolo rispetto a quello italiano (circa il 30% sul reddito imponibile all inclusive contro una tassazione diretta oramai superiore al 50% in Italia) ed a servizi pubblici efficienti e poco costosi.

Gli svizzeri ad essere impiegati in agricoltura sono pochi in quanto altri impieghi da lavoratore subordinato comportano paghe più elevate, quelle previste dai rispettivi contratti di categoria. Ed in effetti le paghe riconosciute ai contadini sono quelle minime previste dai relativi accordi categoriali. Sino ad ora alla penuria di personale in agricoltura si sopperiva principalmente con il ricorso a lavoratori provenienti da Polonia e Portogallo.

In considerazione della carestia di contadini, le associazioni di categoria hanno chiesto ed ottenuto un qualche aiuto sia dallo Stato centrale che dai singoli cantoni, tant'è che si pensa di occupare in agricoltura anche un discreto numero di profughi. Un piano di questo tipo è stato avviato anche nel Canton Ticino, nei pressi di Locarno, che interessa una fattoria.

Altre nove fattorie sono impegnate nel progetto nel resto della Confederazione elvetica

In crescita l'occupazione in agricoltura in Italia

Nel primo trimestre di quest'anno secondo l'Istat, a trainare la ripresa dell'occupazione è proprio l'agricoltura, con un + 6%, che conferma comunque il positivo andamento dell'intero settore primario. Il dato positivo è determinato soprattutto dal comparto agricolo del Nord Italia (+ 16%), seguito dal Meridione (+ 4,4%). In controtendenza il Centro Italia, dove gli occupati agricoli diminuiscono dell'11,5%.

Che vi sia un ritorno ai campi è confermato anche dalle case histories che hanno visto come protagonisti non solo contadini e braccianti agricoli, ma anche periti agrari e dottori in agraria cimentarsi nella coltivazione dei campi come anche nell'allevamento.

C'è chi ha potuto beneficiare di terreni ed aziende agricole di proprietà delle famiglie, aggiungendo alla fruizione dei terreni anche la possibilità di ottenere incentivi e finanziamenti agevolati destinati alla conduzione dei fondi. Nel Mezzogiorno d'Italia, maggiormente esposto alle conseguenze della crisi ed alla disoccupazione giovanile, molti giovani laureati anche in discipline non attinenti all'agricoltura ed alla zootecnia, hanno deciso di rilevare campi e terreni incolti ovvero di costituire vere e proprie cooperative giovanili, impegnate non solo nella valorizzazione dei prodotti locali, ma anche nel perseguimento di finalità socialmente utili, quali appunto l'inserimento nel mondo del lavoro di disoccupati e di soggetti svantaggiati.