Con l'approvazione del disegno di legge sulla Buona Scuola voluto dal Governo Renzi, il contratto collettivo nazionale di lavoro dei docenti e del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (Ata) si prepara ad andare in pensione. Infatti, il Governo potrà regolamentare tutto il rapporto di lavoro del personale della Scuola semplicemente adottando dei decreti legislativi che rivedranno gli orari di lavoro, le assenze, i permessi e, finanche, le retribuzioni. Questa è la situazione prospettata dall'articolo numero 22 del Ddl 1934 che è stato approvato lo scorso 22 maggio ed è attualmente in discussione alla VII Commissione del Senato.

Ccnl Scuola, il Ddl Buona scuola sta cancellando il contratto nazionale

Mentre i docenti ed il personale della scuola stanno protestando contro il Ddl del Governo Renzi relativo alla figura del preside-sceriffo, alla chiamata diretta e all'abolizione della titolarità di sede, la cancellazione del contratto nazionale di lavoro della scuola sta passando quasi in secondo piano. Si può già immaginare che il governo potrà decidere, unilateralmente, condizioni e situazioni sfavorevoli del rapporto di lavoro all'interno della scuola.

Nonostante l'allarme più volte lanciato dai sindacati, si va, ad esempio, verso una contrattazione sulla mobilità che riguarderà appena poche disposizioni sugli spostamenti e l'aumento a cinquanta ore all'anno delle attività funzionali all'insegnamento.

Ma con le deleghe che il Parlamento sta per conferire al Governo previste nel Ddl Buona scuola, quest'ultimo potrà variare le condizioni di lavoro fino a ritoccare le retribuzioni e gli orari di lavoro dei prof apprendisti e dei lavoratori delle scuole italiane situate fuori dai confini nazionali, almeno da quanto si apprende dall'articolo 22 del Disegno di legge attualmente al Senato.

Il rischio è, dunque, quello di avere una scuola dove tutto sarà regolamentato per decreto. Quindi l'eliminazione della contrattazione di lavoro non sarebbe altro che l'ultimo step di un disegno che punta ad accentrare unilateralmente le norme che regolano la scuola.

Riforma Pa, il Governo Renzi punta alla revisione della normativa sulla PA

L'addio al contratto nazionale di lavoro nella scuola non sarà determinato solo dall'approvazione della riforma scolastica: allo stesso risultato punta anche la riforma della Pubblica amministrazione.

In particolare, è obiettivo del Governo la revisione di tutta la normativa riguardante il rapporto di lavoro nell'impiego pubblico e, dunque, anche nella scuola. E a questo risultato si arriverà attraverso il disfacimento del Dl 165 del 2001 espressamente previsto dal progetto di legge numero 3098 che attualmente è all'esame del Senato.