Lo sblocco degli stipendi dei dipendenti statali potrebbe costare alle casse dello Stato non meno di 35 miliardi di euro. Il calcolo è stato fatto dall'Avvocatura dello Stato in una nota inviata alla Corte Costituzionale che sarà chiamata a decidere il prossimo 23 giugno sul blocco dei contratti nella Pubblica Amministrazione per il periodo 2010-2015.

Sblocco degli stipendi degli statali: il 23 giugno la sentenza della Consulta.

La Corte Costituzionale si riunirà il prossimo 23 giugno per decidere sul ricorso presentato dal sindacato Confsal-Unsa (Unione nazionale sindacati autonomi) contro la legge del 2009 che ha bloccato il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici.

Il mancato adeguamento degli stipendi è costato agli oltre 3,3 milioni di statali, secondo calcoli dell'Istat fermi al 2013, almeno 600 euro.

Una sentenza attesa dagli esperti economici del governo Renzi che temono il ripetersi della bocciatura per incostituzionalità del blocco delle indicizzazioni delle pensioni istituito dalla 'norma Fornero', che ha aperto una falla nei conti e suscitato polemiche sulle modalità di 'rimborso' decretate dal ministro Poletti.

L'Avvocatura dello Stato: si rischia un 'buco' di 35 miliardi.

Secondo i conti dell'Avvocatura dello Stato, se dovesse ripetersi il verdetto di incostituzionalità anche per il blocco dei contratti degli statali, il 'buco' ammonterebbe a non meno di 35 miliardi di euro, con effetti dei quali, scrive l'Avvocatura 'non si può non tenere conto', anche in considerazione del fatto che il 'pareggio di bilancio', che tale sentenza metterebbe a rischio, è entrato a far parte della Costituzione con la modifica dell'articolo 81.

Dall'Avvocatura, arriva inoltre la precisazione che, anche in una situazione di rinnovi contrattuali bloccati, sono state salvaguardate le prerogative sindacali con il regolare svolgimento di trattative riguardanti la parte normativa dei contratti collettivi.

Le reazioni di Confsal: 'Numeri gonfiati per spaventare'.

La reazione del sindacato Confsal-Unsa, promotore del ricorso per incostituzionalità del blocco degli stipendi nella Pubblica Amministrazione, è arrivata con una dichiarazione del suo segretario, Massimo Battaglia, secondo la quale si tratta di 'numeri gonfiati' ad arte per condizionare la decisione della Corte Costituzionale.

L'auspicio di Battaglia è quello che la Consulta possa esprimersi senza condizionamenti sul diritto alla retribuzione per i 3,3 milioni di lavoratori della Pubblica Amministrazione.