È stata indetta per il prossimo mercoledì 24 giugno 2015 una duplice manifestazione di protesta da parte delle tre principali sigle sindacali, al fine di fare pressione sui decisori pubblici per cambiare la risposta del Governo alle richieste della Consulta. Cgil, Cisl e Uil hanno così deciso di indire al Pantheon romano una protesta durante una data non casuale, visto che proprio per quel giorno è attesa la conversione del Dl sulle Pensioni, che contiene al proprio interno il piano dell'esecutivo relativo al bonus Inps.
"In questo modo" spiegano le parti sociali attraverso un comunicato, "si chiede che il decreto sia migliorato, per renderlo più equo e corrispondente alla sentenza della Corte Costituzionale". Vi è da sottolineare come i sindacati abbiano deciso di attivare anche altre forme di protesta e di presidi in tutta Italia, proprio in coincidenza con l'approvazione del decreto.
Bonus pensioni, ecco perché i sindacati protestano e quali sono le loro richieste di modifica
Il tema del bonus pensioni è stato al centro del dibattito sulla previdenza nel corso delle passate settimane, anche perché la soluzione reperita dal Governo è stata condizionata dalla ricerca di un compromesso tra l'assolvimento delle richieste della Corte Costituzionale e la necessità di garantire la tenuta dei conti pubblici.
Il risultato ha però garantito un rimborso pieno solo a coloro che presentano redditi più bassi, mentre tornerà molto poco in tasca a coloro che percepiscono delle mensilità a partire dalle 2.000 € - 2.500 € lorde al mese. Uno scenario considerato come inaccettabile dalle parti sociali, tanto più che non si sta parlando di pensioni nette. Resta quindi chiara la richiesta che viene mossa a Governo e Parlamento, cioè "che sia ristabilito il montante delle pensioni in essere e incrementato il loro importo mensile, per impedire che il danno diventi permanente". Bisogna poi sottolineare che secondo molti la partita delle rivalutazioni potrebbe definirsi tutt'altro che chiusa anche qualora il Dl pensioni dovesse essere convertito definitivamente in legge nello stato attuale, visto che molti sarebbero pronti a ricorrere individualmente contro l'Inps, oppure ad aderire ad una delle class action che sarebbero in corso di definizione da parte di sindacati e associazioni dei consumatori.
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