"Nella legge di stabilità si affronterà il tema della flessibilità nel sistema pensionistico: si tratta di un argomento prioritario, che vorremmo risolvere con le proposte del Partito democratico depositate presso la Commissione lavoro alla Camera" ha spiegato l'On. Cesare Damiano, in merito al recente incontro tenutosi tra il Ministro Giuliano Poletti e i principali esponenti dei sindacati italiani. Dalla prima ala del Parlamento sono arrivate negli scorsi mesi due proposte di flessibilizzazione che il Governo potrebbe adottare come soluzione di compromesso al fine di aprire i rigidi criteri del comparto, sebbene non tutti si siano espressi in modo favorevole.
Stiamo parlando della Quota novantasette con sbarramento a sessantadue anni di età (più un minimo di trentacinque anni di versamenti e una penalizzazione massima che corrisponderebbe ad una mensilità su tredici). Ma nel dossier preparato alla Camera vi sarebbe anche una misura pensata per andare incontro ai lavoratori precoci e a tutti coloro che hanno iniziato la propria attività lavorativa in età molto giovane, visto che si pensa di aprire al pensionamento anticipato anche con quarantuno anni di versamenti.
Riforma della previdenza, no a contributivo: dalla Camera si punta a delle scelte che possano servire allo Stato sociale
Nel frattempo sale anche l'opposizione alla possibilità di introdurre un meccanismo di flessibilizzazione della previdenza basato esclusivamente sul ricalcolo contributivo della mensilità erogata dall'Inps.
La tensione è cominciata a salire da quando il Presidente dell'Inps Tito Boeri ha indicato come troppo onerose le proposte giunte dalla Commissione lavoro alla Camera, facendo riferimento in particolare al sistema delle quote. L'economista ha indicato il costo per realizzare la misura di flessibilità tra gli 8 e i 10 miliardi di euro, evidenziando come tale impiego di risorse potrebbe apparire poco sostenibile per le casse dell'Inps e indicando come una soluzione alternativa l'estensione agli uomini della cosiddetta opzione donna.
Ma la risposta di Damiano non si è fatta attendere, visto che l'idea del prepensionamento a quote "non può essere liquidata come ha fatto l'Inps come un problema di costi che si scaricherebbero sulle giovani generazioni: al contrario, con la flessibilità si aiutano i giovani a entrare nel mercato del lavoro". Stante la situazione, il dibattito resta aperto, anche perché diversi esponenti dell'esecutivo hanno spiegato che una decisione definitiva verrà presa solo con la stesura della prossime legge di stabilità, prevista per il mese di ottobre.
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