La "Buona Scuola" di Renzi ha ottenuto l'approvazione alla Camera e si appresta a diventare legge dello Stato. L'ultima battaglia per cercare di fermare la riforma scuola della discordia riguarda il pressing al particolarmente silenzioso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. I profili di incostituzionalità ci sarebbero (li ha sottolineati più volte Imposimato) e si attende perlomeno un discorso da parte di chi, per ruolo istituzionale, è il difensore della Costituzione. Intanto, però, è scoppiato il caos su uno dei punti della riforma scuola, e cioè le immissioni in ruolo 2015: si tratta di un piano assunzioni in quattro fasi, anche se la contraddizione si trova soprattutto su un punto; le GaE e le GM sono rispettivamente provinciali e regionali, mentre il piano è nazionale.
La domanda da porsi è come conciliare le esigenze di vita, famiglia e salute con quelle prescritte dal piano di reclutamento: lo scontro è già aperto, ma ci potrebbero essere degli accorgimenti di buon senso per limitare al minimo la mobilità nazionale. Il problema è se vi sarà la volontà politica di affrontare questo nodo.
Come limitare la mobilità straordinaria per le immissioni in ruolo 2015
Un primo elemento va sottolineato immediatamente: l'obbligo di accettazione della immissione in ruolo in provincia o regione differente da quella di appartenenza nelle Graduatorie è prevista dalle tutele di legge che regolano i procedimenti di assunzione? È ammissibile che si venga depennati se non si accetta nell'immediato di cambiare provincia o regione (magari per problemi di salute o esigenze familiari e di vita)?
Già su questo punto, si potrebbero aprire importanti contenziosi che potrebbero rallentare o, al limite, bloccare la macchina delle assunzioni.
Al di là di questo fondamentale punto (che è stato definito "di civiltà democratica"), per quanto riguarda le immissioni in ruolo 2015, alcuni suggerimenti per limitare al minimo l'obbligo della mobilità straordinaria nazionale potrebbero essere raccolti dal legislatore.
In primo luogo, si potrebbe pensare a separare le istanze di ammissione al piano per la Fase B e la Fase C, altrimenti ci potrebbe essere la situazione paradossale per cui chi ha punteggio maggiore è obbligato ad accettare l'immissione in ruolo ovunque con la Fase B, mentre chi ha punteggio minore potrebbe avere il posto nella propria provincia o regione grazie alla Fase C.
In secondo luogo, si potrebbe immaginare un canale preferenziale nel piano di immissioni in ruolo per coloro che si trovano in graduatoria in una regione o provincia rispetto a chi fa domanda in quella medesima provincia o regione ma da "esterno". Infine, il Miur dovrebbe impegnarsi nello stilare una lista nazionale di tutti i posti a disposizione in maniera tale da rendere più razionale e meditata la scelta dei docenti.
È tutto con le ultime notizie sul nodo delle immissioni in ruolo 2015. Se siete interessati a ricevere aggiornamenti sulle questioni scolastiche, il consiglio è cliccare su "Segui" in alto sopra il titolo dell'articolo.