Finisce l'era della Aspi, che fu introdotta dalla Legge Fornero, ed inizia quella della Naspi, che ha preso il via il 15 luglio del 2015 e costituirà la nuova prestazione a sostegno del reddito che interesserà coloro che hanno perso il lavoro. È già stimata in circa 200 mila unità la quantità di richieste già fatte pervenire all'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, mentre già a maggio la quantità di richieste aveva superato oltre le 70 mila unità. Il boom delle richieste ha rallentato di molto la macchina dell'Inps, in merito alle lavorazioni e alle evasioni delle pratiche.

Soprattutto i macchinosi sistemi di calcolo hanno messo in difficoltà i dipendenti Inps che si occupano della gestione delle pratiche, ma vediamo insieme quali sono i requisiti previsti dalla nuova legge che riordina le prestazioni a sostegno del reddito e quali sono le novità introdotte.

I requisiti per beneficiare della Naspi

La Naspi può essere richiesta da tutti coloro che hanno perso il proprio posto di lavoro, anche coloro che hanno perso il lavoro per motivi disciplinari. Il requisito minimo per accedere alla prestazione è quello di avere lavorato per almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni o almeno 30 giorni per gli ultimi 12 mesi. L'assegno è di importo pari al 75% della retribuzione mensile media degli ultimi 4 anni, e la nuova riforma fissa a un tetto di 1195 euro la soglia massima pagabile per una mensilità. La quota dell'assegno spettante scenderà del 3% nei successivi mesi, dalla quarta mensilità in poi. La durata della prestazione è pari alla metà del numero di settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni. Ai fini del calcolo vengono però escluse quelle settimane per le quali si è già usufruito dell'indennità di disoccupazione anche quando siano state percepite sotto forma di un unica soluzione anticipata. La domanda può essere effettuata direttamente dall'utente finale, accedendo al sito predisposto dall'Inps, oppure avvalendosi della collaborazione di un centro assistenza.