Calcolo contributivo sì, calcolo contributivo no. Questo il dilemma. E su questo dilemma si sta sviluppando e cristallizzando il "caldo" dibattito politico in questi primi giorni di un'estate che si presenta infuocata in tutti i sensi. Nell'aria si percepisce che qualcosa di grosso sta per accadere. Il mondo politico ed istituzionale sta vivendo uno dei periodi più delicati degli ultimi decenni.

La crisi economica che ha attanagliato l'Europa intera, non sembra voler terminare e l'Italia ne risente in modo particolare, nonostante le rassicurazioni che ci vengono ogni giorno offerte dai nostri governanti.

Sta di fatto che la riforma Pensioni, tanto attesa e tanto conclamata tarda a venire. Le pensioni ogni giorno ci riservano una sorpresa, ma quella che potrebbe riservarci da un momento all'altro il cantiere della previdenza non può che lasciarci a bocca aperta ed increduli. La notizia bomba arriva direttamente dalla Presidenza del Consiglio: il premier Matteo Renzi starebbe per scaricare un suo pupillo, nientepopodimeno che l'illustre economista professore bocconiano Tito Boeri.

La notizia arriva dal quotidiano Il Giornale. Proprio quel presidente che lui aveva voluto alla testa dell'istituto previdenziale italiano più grande: l'Inps.

Cosa indurrebbe Matteo Renzi a far fuori Boeri? L'idea dell'applicazione del sistema contributivo per consentire il prepensionamento. Un'ipotesi, questa, che ha dei forti ed eccellenti sostenitori. Difatti moltissimi sono coloro che si sono schierati a favore della proposta di Boeri: Zanetti, Draghi, Pisauro, Treu. Tutti convinti che il dipendente che voglia uscire volontariamente prima dal mondo della produzione ed accedere prima alla pensione debba necessariamente rinunciare ad una parte del proprio assegno pensionistico.

Il piano pensioni non piace all'opinione pubblica e al PD, troppo onerosa e penalizzante

Proposta, però, che non è piaciuta e non trova favorevole l'opinione pubblica e che è avversata da molti esponenti di spicco del PD, della minoranza in particolare, Cesare Damiano in testa.

La bassa e mortificante percentuale di consensi a cui il PD ed il governo sono andati incontro nelle ultime elezioni regionali e comunali, sta portando Palazzo Chigi a considerare di dare il benservito a Boeri. S'intende sacrificare sull'altare delle pensioni il professore, nel nome di una possibile, almeno in questo settore, ritrovata unità politica all'interno del partito del premier. Quali i risvolti, nel caso Renzi volesse sacrificare Boeri e la sua ipotesi del calcolo contributivo? Chi si potrebbe avvantaggiare da una simile epurazione? Noi riteniamo, e le circostanze ci confortano in simile pensiero, innanzitutto la questione pensioni lavoratori precoci per i quali la proposta Damiano dei 41 anni di contributi utili per andare in pensione farebbe al caso loro.

Vedremo come andrà a finire. Ci interesserebbe sapere il vostro parere in merito commentando la notizia. Seguiteci, vi aggiorneremo come sempre, intanto cliccate su "segui" posto in alto sopra al titolo.