Assomiglia sempre ad un cubo di Rubik che il governo Renzi non vuole o non è in grado di affrontare. Stiamo parlando del caso pensioni lavoratori precoci, con i diretti interessati che continuano a rimanere in attesa di un prepensionamento ad hoc per il quale però non sembrano ancora esserci i giusti presupposti. Si perché il premier sembra maggiormente orientato verso altre soluzioni, misure che prevedono un requisito anagrafico complessivo che ogni lavoratore sarà chiamato a maturare per accedere al pensionamento. Il punto che al momento non pare essere chiaro dalle parti di Palazzo Chigi riguarda però la particolare situazione del precoce, che avendo iniziato a lavorare molto prima della media non può raggiungere requisiti di 'stampo universale'.

Serve un provvedimento ad hoc che il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ha già individuato in Quota 41: ogni lavoratore potrebbe così uscire dall'impiego una volta totalizzati 41 anni di contributi a prescindere dall'età di riferimento, misura questa che trova accoglimento in addetti ai lavori e lavoratori ma non nel premier. Cerchiamo di capire perché.

Aggiornamenti e news pensioni lavoratori precoci e prepensionamento, Renzi contrario alla Quota 41: tutti i perché

'La nostra proposta prevede la possibilità di anticipo della pensione dai 62 anni di età con 35 di contributi e con un massimo di penalizzazione dell'8% oppure con 41 di contributi indipendentemente dall'eta. Abbiamo chiesto al governo di continuare il confronto al fine di realizzare scelte condivise e non essere messi di fronte a scelte unilaterali su una materia così delicata': l'appello consegnato all'ANSA, l'ennesimo, è firmato Cesare Damiano, fra i pochissimi a sostenere da sempre il caso dei lavoratori precoci. Il premier Renzi dal canto suo sembra si orientato al ddl 857 che prevede la Quota 97 ma non accoglie con favore la Quota 41 per il semplice fatto che questa misura andrebbe comunque affiancata ad un ulteriore provvedimento valido per le altre categorie lavorative. Ergo, si dovrebbe procedere ad una duplice misura che lo Stato non può permettersi. E' stata l'UE a trasmettere al ministro Padoan il diktat sulle nuove riforme: niente spese esagerate e niente riforme costose, il debito pubblico va abbassato e non ci si può permettere di non considerare certi vincoli economici.



In medio stat virtus, la soluzione ideale a questo punto potrebbe dunque risiedere nell'adozione di un decreto che possa andare incontro alle esigenze di tutti. Precoci e non. Tra 48 ore il presidente dell'INPS Tito Boeri sarà in Commissione Lavoro per esporre le proprie considerazioni in merito al processo di riforma e alle proposte attualmente al vaglio della Camera, un momento importante che potrebbe dire molto sulle future scelte governative in tema di prepensionamento. Anche l'iter di conversione in legge del ddl Renzi sui rimborsi post sentenza della Consulta potrebbe dare nuove risposte, con quali esiti tuttavia è troppo presto per dirlo. A questo punto vorremmo comunque coinvolgervi nella nostra analisi: sareste favorevoli alla Quota 41? Secondo Voi questa misura potrebbe essere adottata per ogni categoria lavorativa? Dateci un giudizio commentando il pezzo qui sotto!