Ancora aperto il dibattito sul famigerato tema delle Pensioni tra i forti dubbi e le speranze di molti lavoratori che ancora attendono risposte concrete da parte dell'esecutivo. Al centro della discussione la proposta avanzata tempo fa dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, ovvero il meccanismo di Quota 100.

Sindacati favorevoli alla Quota 100

Stando a quanto riportato sul sito d'informazione "Pensioni Oggi", infatti, le parti sociali sembrano dare qualche consenso in merito all'idea che consentirebbe ai lavoratori penalizzati dalle norme Fornero di andare in pensione a partire dai 62 anni di età anagrafica e 38 anni di versamenti contributivi, oppure 63 anni di età anagrafica e 37 anni di contributi effettivamente versati o ancora 64 anni di età anagrafica e 36 anni di contribuzione.

Si tratta dell'unica proposta che consentirebbe ai lavoratori di lasciare la propria attività lavorativa nel momento che ritengono più opportuno anche se è stata la proposta più contestata visto che potrebbe comportare ingenti oneri alle casse statali.

I sindacati, oltre ad appoggiare fortemente l'ipotesi targata Damiano, sembrano favorevoli anche all'abbinamento dell'uscita pensionistica dopo il raggiungimento di almeno 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica. Una misura che potrebbe rivelarsi utile per i lavoratori usuranti e precoci visto che, hanno iniziato a lavorare in giovane età. Sempre come riportato da "Pensioni Oggi", il segretario confederale della Cgil Vera Lamonica avrebbe comunicato in una nota la necessità di risolvere con un nuovo provvedimento il nodo esodati.

No al ricalcolo col contributivo

Mentre per quanto riguarda il piano del Presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Tito Boeri, arriva immediatamente il no dei sindacati. Da ricordare che la proposta di Boeri, prevede il ricalcolo degli assegni con il metodo contributivo che, secondo le parti sociali gli assegni subirebbe un taglio del 30 %.

"I dettagli della proposta non li conosciamo ma il Piano Boeri va rispedito al mittente perché esporrebbe gli assegni ad un taglio secco del 30%"- ha spiegato Carla Cantone, segretario generale dello Spi Cisl.