Mare, sole e Pensioni. Questa l'estate degli italiani. Un'estate arrivata agli sgoccioli e che non ha portato con sé quelle risposte che i lavoratori precoci aspettavano di ricevere. Tutto rimandato ai primi di settembre, almeno stando alle dichiarazioni di Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro. L'esponente del Partito democratico ha affermato di voler avere un confronto con il premier Matteo Renzi dopo la recente uscita di Enrico Morando, vice-ministro dell'Economia, secondo cui per un'eventuale riforma pensioni sono da prendere in considerazione soltanto misure a costo zero, come ad esempio il prestito ponte (proposta non nuova per la verità, leggi ex ministro Giovannini).

Già in passato Morando aveva confermato di essere 'vicino' all'esperienza del governo Monti, e quindi - inevitabilmente - uno dei pochi ad apprezzare l'attuale riforma pensioni della Fornero, avendo auspicato la permanenza degli uomini dell'ex governo all'interno del nuovo esecutivo di centrosinistra guidato prima da Letta e successivamente da Renzi. Idea, speranza che, purtroppo per Morando, non ha trovato riscontri sul piano della realtà.

Riforma pensioni, Damiano vuole chiarezza

Chiarezza. La vuole Cesare Damiano, la vogliono i migliaia di lavoratori precoci che ogni giorno formano un sistema più compatto (e arrabbiato) all'interno della piattaforma Facebook. Ad oggi sono oltre 5 mila gli utenti che costituiscono il gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti.

Cinquemila persone stanche di essere prese in giro dalla politica italiana. Cinquemila persone che hanno detto no alle proposte più impensabili, come quella di restare sul posto di lavoro con 47 anni di contributi e più. Cinquemila persone che si sono scagliate più volte nel recente passato contro le dichiarazioni di Pierluigi Battista, secondo cui non si può andare in pensione a 55 anni.

Cinquemila persone che non hanno abboccato al tentativo dell'ex ministro Brunetta, che prima vota la legge Fornero per poi rinnegare tutto salvo essere favorevole al sistema contributivo proposto da Tito Boeri. La resa dei conti - lo diciamo spesso - è vicina.

Lavoratori precoci, il mese di settembre decisivo?

Come più volte annunciato dal capo del governo, settembre sarà un mese chiave per diverse questioni, tra cui quello delle pensioni.

La scorsa settimana Cesare Damiano ha auspicato un confronto all'interno del Pd per discutere sulla prossima Legge di Stabilità, la quale - tra le altre cose - dovrebbe contenere le misure per l'introduzione della flessibilità chiesta a gran voce dai lavoratori italiani. Il condizionale è d'obbligo, sebbene Renzi continui a lanciare segnali positivi in tal senso, come il lavoratore precoce Renato dovrebbe sapere. A settembre dunque si discuterà seriamente intorno al tema delle pensioni, affinché venga trovata una soluzione condivisa. I lavoratori precoci sperano che sia una soluzione per tutti, non solo per pochi fortunati. Una soluzione, almeno sulla carta, c'è già, ed è quella di Damiano, il quale da mesi ha proposto l'ormai famosa quota 41, con cui il lavoratore può andare in pensione senza alcuna penalizzazione dopo 41 anni di contributi. Un compromesso accettato da tempo dai precoci, meno da 'ragionieri' e bocconiani.