Nelle nostre analisi continuiamo a scavare all'interno delle contraddizioni del piano di assunzioni 2015 contenuto nella riforma della 'Buona Scuola' di Renzi. Una nota (la n. 1515) e una circolare (la n. 25141) del MIUR hanno confermato come si svilupperà il meccanismo delle immissioni in ruolo: i docenti che avranno ricevuto nella propria provincia una proposta di supplenza annuale, potranno per un anno restare 'vicino casa', per poi dover emigrare l'anno successivo, quando il cervellone elettronico del MIUR avrà identificato la provincia (o l'ambito territoriale) a cui si è destinati; i docenti, invece, che avranno ricevuto la proposta di immissione in ruolo prima della proposta di supplenza annuale dovranno emigrare immediatamente quest'anno.

Il sottosegretario Faraone ha sottolineato come questa sia stata una mossa del governo proprio per 'calmierare' la questione degli esodi (o delle 'deportazioni' forzate, come sono state definite dai docenti coinvolti), e come si sia trattato di una concessione per permettere che il meccanismo non impatti in maniera troppo improvvisa sulla vita di decine di migliaia di docenti (con famiglia).

Il destino dei neoassunti e il piano assunzioni 2015

Ancora una volta, sembra che non vi sia un piano 'razionale' dietro le scelte del governo, ma che tutto sia affidato al caso. I malumori dei docenti si sviluppano proprio intorno a questo punto: è soltanto una questione legata al 'fato', che un docente possa restare nella propria provincia un anno in più, in quanto non si tratta di un meccanismo 'oggettivo' e basato su graduatorie o altri dispositivi.

L'unico elemento positivo che sembra venir fuori dalla decisione del governo di impostare con queste procedure il piano assunzioni è la seguente: qualora vi siano posti liberi per la propria classe di concorso all'interno della provincia dove si è svolta la supplenza annuale nell'a.s. 2015-2016, allora si avrà la precedenza per l'assegnazione del ruolo.

Il dispositivo potrebbe funzionare, anche se potrebbe creare scompensi per quanto riguarda il punteggio nelle GaE: se un docente, iscritto in altra provincia e con punteggio alto, ha fatto richiesta per la Fase C nella provincia 'Tal dei tali', perché un docente con minore punteggio dovrebbe sopravanzarlo soltanto perché il 'fato' ha voluto che ricevesse una supplenza proprio in quella provincia?

Insomma, le contraddizioni sono ancora parecchie e sembra difficile che vengano superate, dato il groviglio di questioni. Ancora ci si chiede perché non si è pensato ad un piano pluriennale di immissioni in ruolo, con la possibilità di scelta della provincia e su base oggettiva del punteggio posseduto. È tutto con gli ultimi approfondimenti, per chi fosse interessato a ricevere news sulle questioni scolastiche, basta cliccare su 'Segui' in alto sopra il titolo dell'articolo.