Siamo alla vigilia ormai della ripresa delle attività politiche e l’attenzione sulla riforma Pensioni 2015 non è mai calata del tutto. L’estate, infatti, non ha distratto dai temi che si sono trascinati per tutto l’anno: più flessibilità in uscita per la pensione anticipata, prepensionamento delle donne con l’opzione contributiva, quota 41 per i lavoratori precoci salvaguardia degli esodati.

Questi gli argomenti più caldi del momento che renderanno l’autunno particolarmente intenso nel caso in cui il governo ed i partiti dovessero prendere tempo ancora una volta, tradendo le aspettative di migliaia di persone.

Quale ruolo per il Ministero della Salute nella riforma pensioni 2015?

Un recente articolo ospitato dal blog Affari Miei (raggiungibile all'indirizzo: http://www.affarimiei.biz/2015/08/pensione-anticipata-riforma-pensioni-e-aspettativa-di-vita.html) raccoglie la riflessione dell’ingegner Paolo Ercolani sulla speranza di vita e la pensione anticipata. Come è noto, l’aumento della speranza di vita porterà già dal 2016 l’asticella per maturare il diritto alla pensione ad alzarsi, e così sarà progressivamente secondo quanto la stessa riforma pensioni Fornero ha disegnato.

Nel post si sottolinea come il paradosso è quello che si tratta di una mera statistica che non può essere applicata indistintamente a tutti perché dietro ogni lavoratore c’è una storia, molto spesso diversa da quella degli altri. Il fatto, in verità, è stato anche denunciato da diversi parlamentari in Commissione Lavoro alla Camera e al Senato: una diversificazione appare quanto meno logica in virtù del fatto che le condizioni di lavoro incidono sulle condizioni fisiche delle persone e non tutte possono permettersi di continuare a lavorare fino ad un’età che, nel tempo, si avvicinerà ai 70 anni in molti casi.

Di qui, dunque, la riflessione sul ruolo del Ministero della Salute nell’ambito della riforma pensioni 2015: un ruolo attivo e necessario che, alla freddezza dei numeri a cui fanno riferimento Inps, Ministero dell’Economia e Ministero del Lavoro, deve incidere significativamente, possibilmente quantificando parametri ottimali per la definizione quanto meno di più situazioni da valutare prima di individuare con esattezza in che modo la speranza di vita deve incidere sull’allungamento della carriera lavorativa.

Siete d’accordo con questo principio? Il vostro parere è molto importante, vi invitiamo ad esprimerlo in un commento.