La svolta per la pensione anticipata e la proroga dell’opzione donna potrebbe arrivare a settembre. Ne è sicuro Cesare Damiano che annuncia l’incontro del prossimo 9 settembre con Ministeri di Economia e Lavoro, Inps e Ragioneria dello Stato per risolvere le questioni che riguardano il regime sperimentale per le signore, probabilmente prorogato, e la settima salvaguardia, attesa dagli esodati ed a lungo oggetto di controversie soprattutto riguardo al numero preciso di persone interessate dal provvedimento. Il cantiere della previdenza, con ogni probabilità, si articolerà su due livelli d’intervento: quello elencato e la Legge di Stabilità in cui si cercheranno le risorse per i lavoratori precoci.

Governo Renzi cerca i soldi per la pensione anticipata, Padoan ‘chiama’ Bruxelles?

In un articolo pubblicato da Repubblica, si legge che il Ministro dell’Economia Piercarlo Padoan è al lavoro nell’individuazione delle risorse finanziarie alla riforma Pensioni 2015. Con Renzi e Poletti c’è l’accordo per la c.d. “operazione flessibilità” che dovrebbe allentare le rigidità introdotte dalla Fornero in uscita dal mondo del lavoro. Per farlo, però, bisognerà convincere l’UE e chiedere che Bruxelles allenti in qualche modo i vincoli di bilancio, senza però infrangere la soglia “psicologica” del 3% che Renzi, pur criticando, non ha mai voluto combattere concretamente.

L’idea riguardo la previdenza sembra essere in linea con quella dell’INPS: chi lascia prima percepisce una pensione più bassa, con il montante contributivo spalmato su più anni.

In questo modo, infatti, almeno coloro che lo ritengono opportuno (e che soprattutto possono permetterselo) favorirebbero il ricambio generazionale, optando per la pensione e liberando quindi posti di lavoro per i più giovani. Un ragionamento, questo, che ha sempre usato anche Cesare Damiano per sostenere le sue proposte di pensione anticipata che faranno da “contraltare” a quelle messe in campo da Tito Boeri, presidente INPS, ed eventualmente dal governo se la linea dovesse essere quella che abbiamo visto.

Cosa farà l’esecutivo sulla pensione anticipata di precoci e donne?

Per le signore, come abbiamo detto, non dovrebbero esserci più ragioni ostative sulla proroga dell’opzione donna. Resta il nodo dei lavoratori precoci: la soluzione voluta dall’INPS piace a pochi e se Palazzo Chigi decidesse di sposarla andrebbe incontro, con ogni probabilità, ad una ventata di impopolarità.

Come fanno notare diversi osservatori, però, a voler essere oggettivi Renzi non ha molte alternative. Considerando, infatti, che servono circa 12 miliardi di euro per scongiurare l’aumento dell’IVA e la promessa abolizione della tassazione sulla prima casa costerà circa 5 miliardi, bisognerà raschiare in fondo al barile per la riforma delle pensioni. O, forse, semplicemente chiederanno ai lavoratori di pagare, in qualche modo, di tasca propria.