Le ultime novità al 25 settembre per quanto concerne l'opzione donna non sono risolutive. Anzi, ieri il Ministro Padoan seguito da Poletti, in audizione davanti a Camera e Senato, ha fatto presente che l'opzione donna resta sul tavolo, ma che al momento l'idea è quella di permetterla, in linea con le finanze pubbliche. Ossia permettere l'uscita anticipata a quante alla data del 31/12/2015 avranno maturato i requisiti pensionistici richiesti, tenendo conto sia della decorrenza quanto dell'aspettativa di vita.

Ci verrebbe da dire, dunque, nulla di fatto per il 'Comitato Opzione donna' , che invece continua a ribadire che le circolari Inps emanate del 2012 non possono modificare la Legge sperimentale 243/2004. La richiesta delle donne non è quella di una proroga, il Comitato capitanato da Dianella Maroni e Orietta Armiliato ci tiene a precisarlo, ma il ripristino dei requisiti di una legge già vigente dal 2004, poi ingiustamente modificata nella sostanza. Molte iscritte deluse ed amareggiate dal continuo rinvio, si chiedono se a questo punto il gioco del Governo sia quello di attendere la sentenza del Tar, che dovrebbe pronunciarsi il prossimo 6 ottobre.

Anche l'onorevole Rizzetto e Simonetti, presenti in aula, hanno detto indignati sulle loro pagine ufficiali Fb che l'atteggiamento assunto dal Governo è stato 'vergognoso', opzione donne ed esodati nuovamente maltrattati.

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Per quante confidavano che la risoluzione potesse giungere prima della Legge di Stabilità, purtroppo al momento non resta che scontrarsi con la 'dura realtà' dell'ennesimo rinvio a data da destinarsi. Padoan e Poletti hanno ribadito che l'opzione donna resta sul tavolo, per quanto concerne il dibattito fino al 31/12/2015, mentre non sono, attualmente, previste decorrenze oltre il 31 dicembre prossimo.

Per consentire un eventuale proroga occorrerebbe emanare un'altra norma ex novo che richiederebbe ingenti oneri e dunque si scontrerebbe con la necessità di reperire risorse. Proroga a parte, ricordiamo che le lavoratrici rimaste escluse a seguito dell'emanazione delle circolari 35/37 del 2012 sono circa 6.000, queste donne per riottenere il diritto alla pensione che ritengono sia stato loro 'derubato' , hanno già tentato la strada della class action. Il Tar del Lazio sarà chiamato a pronunciarsi il prossimo 6 ottobre, alle lavoratrici iscritte al 'Comitato opzione donna' non resta dunque, visti i continui rinvii dell'esecutivo, che attendere con impazienza tale data?

"Ancora una volta rinvii e parole, nulla di concreto.

Maltrattiamo esodati e opzione donna" (Rizzetto). L'Onorevole di Alternativa Libera e l'Onorevole Simonetti si sono detti indignati dall'atteggiamento del Governo, entrambi concordano sul fatto che sia tempo di agire. Il Governo Renzi, invece, cosa farà, attenderà 'comodamente' l'esito della class action o prenderà una decisione prima sulla questione Opzione donna?