Le ultime novità su opzione donna Inps al 30 settembre giungono dagli studi televisivi di 'Mi Manda Raitre' in diretta questa mattina dalle ore 10. Una lavoratrice iscritta al 'Comitato Opzione donna', Ida Zautzik, e Fulvia Colombini (INCA Cgil), si confrontano in studio e ribadiscono l'importanza di abolire le circolari 35/37 del 2012, che hanno dato un 'interpretazione restrittiva alla legge Maroni 243/2004.

Ad oggi spiega Ida, con dovizia di particolari, migliaia di donne sono in attesa di una decisione lungimirante da parte dell'esecutivo, che si augurano arrivi prima della sentenza del Tar. Le donne iscritte al Comitato, precisa Ida, martedì prossimo 6/10 sapranno in ogni caso la loro sorte. Infatti, avendo aderito alla class action contro l'Inps restano in attesa della vertenza del Tar che dovrebbe "fare giustizia". Ida precisa, se davvero non vi sarà la "volontà politica di porre fine a questa vicenda in breve tempo, speriamo almeno che sia la giustizia a darci ragione". Gli fa eco Fulvia Colombini (INCA CGIL) che ribadisce l'importanza di ripristinare la possibilità di accedere alla pensione anticipata per tutte quelle lavoratrici che, avendo maturato il diritto sancito dalla 243/2004, hanno non solo il desiderio di uscire prima dal lavoro, ma spesso una vera necessità di accedere al regime sperimentale opzione donna.

Ultime news Opzione donna Inps, il dibattito prosegue in Tv: Se ne parla a 'Mi manda Raitre', è tempo di agire!

La Colombini ci tiene a precisare che l'opzione donna sebbene significhi rinunciare al 30% del proprio assegno pensionistico, è per molte una 'scelta sofferta ma necessaria'. Le cause, chiosa la Colombini, le più svariate: l'assenza di lavoro, la difficoltà di reintegro, la difficile conciliazione lavoro -cura figli/genitori disabili. Il ruolo di caregiver, pesa inesorabilmente sulle spalle delle donne, che hanno dunque necessità contingenti di accedere alla pensione anticipatamente, a maggior ragione se una legge ne aveva già concesso loro la possibilità. La richiesta al Governo, ribadisce la sindacalista, è dunque quella di riaprire 'completamente' ad opzione donna eliminando i 3 mesi di aspettativa di vita e i 12/18 mesi relativi alle finestre mobili.

La Colombini ci tiene a precisare che l'articolo del 'Sole 24 Ore' apparso ieri dal titolo 'Opzione donna anche dopo il 2015' si riferisce, in realtà, alla possibilità per tutte le donne che "maturano i requisiti richiesti al 31/12/2015 di poter continuare a lavorare anche dopo tale data, scegliendo poi di accedere successivamente ad opzione donna". Questa facoltà aggiuntiva permetterebbe alle lavoratrici che hanno già maturato i requisiti, spiega la Colombini, di guadagnare ancora qualcosa in termini di contributi migliorando la propria pensione futura. Per quanto concerne i costi relativi ad opzione donna, ci tiene a precisare la sindacalista, "i conti devono essere fatti in prospettiva". E' vero che se le donne andassero in pensione 5 anni prima 'peserebbero' inizialmente sulle casse dell'Inps, ma è pur vero, chiosa la Colombini, che stando all' aspettativa di vita, quelle stesse donne continueranno a percepire per altri 20 anni un assegno ridotto del 30%.

Dunque, in una prospettiva di lungo termine l'Inps andrebbe incontro "non solo ad un costo zero, ma a effettivi risparmi".

L'opzione donna sembrerebbe dunque vantaggiosa (nonostante i sacrifici in termini di assegno più leggero) sia per le donne quanto per le casse dell'Inps, cosa farà dunque l'esecutivo?