La flessibilità in uscita sarà alla base della prossima riforma del sistema previdenziale 2015: "stiamo lavorando sulle riforma delle Pensioni. Sappiamo che c'è un aspetto da risolvere legato a uno scalino alto che blocca il turn over introdotto dalla Legge Fornero" ha annunciato Giuliano Poletti che a quattro mani col ministro Padoan sta mettendo mano nuovamente a opzioni e punti di equilibrio per una manovra sostenibile e che offra risposte concrete.

Riforma pensioni, l’eterno scoglio degli scontri pubblici

Lo scoglio alla base, si sa, è quello dei conti pubblici a cui bisogna aggiungere gli obiettivi definiti dal Def che pone dei paletti ben precisi alla spesa pubblica del prossimo futuro. Inutile farsi grosse illusioni quindi: gli interventi attesi con la prossima riforma pensioni saranno mirati ai problemi più immediati delle categorie più colpite, lontani da una riforma generalista e di ampio respiro. In particolare, il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha accennato a dei “possibili correttivi per chi è vicino ai requisiti ma in difficoltà con il lavoro”.

 

Tenendo conto di ciò e della disastrosa situazione in cui versano i conti pubblici (specie dopo la mazzata del rimborso pensionistico) risulta difficile quindi intravedere quali possano essere le misure di flessibilità in uscita a cui punterebbe l’esecutivo. Nonostante il ministro dell’Economia dopo aver inizialmente smentito l’ipotesi flessibilità appaia riallineato con il governo Renzi che proprio della flessibilità fa il suo cavallo di battaglia, la situazione non accenna a schiarirsi. “Non c’è alcuna contrapposizione” affermano il premier e il titolare del Tesoro, il governo “è coeso e impegnato a trovare soluzioni possibili e compatibili con i vincoli di finanza pubblica”. Sarà, ma ora tutti gli occhi sono puntati alla data del prossimo 15 ottobre che vedrà il varo della nuova Legge di Stabilità.

Opzione donna e esodati, la riforma a costo zero

Con tempi così stretti con tutta probabilità molte norme alla base della prossima riforma pensioni arriveranno in itinere e a beneficiarne saranno soprattutto donne e lavoratori anziani. Tra le priorità del Governo infatti ci sono le trascinate questioni su esodati e opzione donna per i quali sono previsti interventi specifici. Stando alle ultime notizie, per le lavoratrici del privato in uscita dal prossimo anno è al vaglio l’ipotesi della “riapertura” della cosiddetta opzione donna (che manderebbe in pensione all’età di 57 anni e 35 di contributi con un taglio del 25-30% sull’assegno), sulla quale il governo dovrà esprimersi anche in merito all’accoglibilità delle domande pervenute da inizio 2015.

 

Altra questione che necessita una tempestiva risposta è senza dubbio quella degli esodati, i lavoratori che perdono il lavoro a pochi anni dalla pensione per cui offrire risposte concrete senza attingere in misura massiccia ai fondi pubblici risulta un problema di per nulla facile soluzione. A ben vedere, per uno stato che non ha soldi da spendere l’unica soluzione plausibile sembrerebbe quella del prestito pensionistico con cui chi ha perso il lavoratori riceverà un anticipo sulla pensione da cominciare a restituire non appena raggiunta la pensione.