Arriva l'ennesimo dietrofront del governo Renzi che torna a parlare di flessibilità in uscita sul tema della riforma Pensioni nonostante la precedente smentita del ministro dell’Economia Padoan. “Ho chiesto a Padoan e Poletti di individuare un meccanismo per consentire più flessibilità in uscita” ha detto infatti il premier all’inviato del quotidiano L'Unità. “Spero che riusciremo a trovare un primo rimedio già con la Legge di Stabilità” ha poi aggiunto Renzi, contrariamente a quanto affermato qualche giorno fa dallo stesso ministro dell'Economia.
Renzi, dietrofront sulle pensioni: torna la flessibilità in uscita
L’esecutivo non vuole cambiare rotta e con la prossima manovra finanziaria è chiamato ad affrontare in maniera risolutiva molte questioni: in primis esodati e opzione donna. Alla presentazione della nuova manovra finanziaria fissata il prossimo 15 ottobre manca meno di un mese, mese in cui può succedere di tutto. Sul piano della riforma delle pensioni infatti continuano puntare i piedi i sindacati, con la leader della Cgil Susanna Camusso che dalle barricate ha suonato l’adunata per una mobilitazione comune con Cisl e Uil. Secondo le ultime notizie le questioni più urgenti sono quelle di esodati e opzione donna, sulle quali giovedì prossimo i ministri Poletti e Padoan saranno chiamati fare un resoconto della situazione durante la seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Lavoro.
Secondo le ultime notizie rimane viva l'ipotesi di un settimo decreto di salvaguardia destinata agli esodati esclusi delle sei precedenti, mentre il governo dovrà esprimersi chiaramente sulla faccenda dell'accoglibilità delle domande di opzione donna pervenute dall'inizio dell'anno. Si attende una risposta positiva da parte del governo, in mancanza della quale si andrà inevitabilmente incontro all'ennesima class action.
Più complicata è la questione della flessibilità in uscita che dovrebbe consentire a tutti i lavoratori oltre una certa età di andare in pensione anticipata a fronte di un trattamento pensionistico ridotto.
Riforma pensioni 2015, torna l’ipotesi prestito pensionistico
La spesa imprevista del rimborso pensioni stabilito dalla Cassazione ha minato alla radice parecchie delle proposte di riforma pensioni basate sulla flessibilità in uscita, rendendo plausibile per il momento solo la prospettiva a impatto zero fornita dalla formula del prestito pensionistico.
Ma il premier Matteo Renzi non cessa di mostrarsi ottimista rilanciando le aspettative e annunciando una riforma della riforma Fornero da attuarsi comunque, seppur con costi contenuti. Tra le file del primo ministro tuttavia la disparità di vedute potrebbe ulteriormente complicare le cose: se pure è vero da un lato che Poletti, Baretta e Boeri spingono fortemente per la flessibilità in uscita, malgrado la titubanza di Padoan comunque non dichiaratamente contrario, non mancherà certo l'ostruzionismo da parte di alcuni consiglieri con cui fare i conti.