Una nuova svolta, almeno invocata, per la riforma pensioni 2015: mentre si attende di conoscere il destino delle modifiche alla pensione anticipata, le cui speranze sono piuttosto labili e su cui si discuterà in Legge di Stabilità, il Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati Cesare Damiano annuncia la convocazione, congiuntamente con la Commissione Bilancio, dei ministri Poletti e Padoan. Temi oggetto di discussione la settima salvaguardia degli esodati e la proroga dell’opzione donna. Come è noto le aspettative erano riposte per lo scorso 9 settembre ma un improvviso dietrofront del Mef e della Ragioneria dello Stato ha paralizzato tutto, mandando su tutte le furie i diretti interessati, scesi in piazza pochi giorni dopo.
Proroga opzione donna, settima salvaguardia pensioni e pensione anticipata: cosa è lecito attendersi?
L’audizione si terrà giovedì prossimo (24 settembre). La tesi del MEF è, secondo quanto scrive Damiano su Facebook, inaccettabile: “per quello che ci riguarda – si legge dal post in riferimento agli esodati - non occorrono risorse aggiuntive per le coperture. È sufficiente utilizzare i risparmi fin qui realizzati nel Fondo esodati, che l'Inps stima che siano 3,3 miliardi di euro fino al 2023”. Anche sulla proroga dell’opzione Donna, sottolinea Damiano, non sono necessarie ulteriori risorse ma bisogna dar fondo a quelle già stanziate da anni, ingoiate “dal pozzo senza fondo del debito”. L’augurio del parlamentare PD è che il governo si presenti con una proposta unitaria e ben definita.
Sul fronte della pensione anticipata, l’edizione odierna de Il Corriere della Sera traccia l’analisi delle varie proposte di cui dibattiamo da mesi. Secondo il quotidiano di via Solferino l’ipotesi del prestito pensionistico potrebbe essere più di una tentazione visto che, tra le varie soluzioni in campo, è anche quella meno costosa.
Bisognerebbe, in questo caso, trovare il modo di spiegarla ai lavoratori che non hanno mai manifestato particolare gradimento. Il Corriere evidenzia le posizioni differenti all’interno del governo: il ministro Poletti spingerebbe per la flessibilità insieme al sottosegretario Baretta ed al presidente INPS Boeri. L’entourage del Premier è molto freddo mentre Renzi non è contrario, anzi ha più volte sponsorizzato l’idea. Toccherà al ministro Padoan far quadrare i conti, rispondendo alle pretese del programma fiscale del Presidente del Consiglio ed alle spinte verso la flessibilità in uscita sulla pensione anticipata.