Mancano ormai pochi giorni all’inizio dei lavori parlamentari del terzo governo tecnico Renzi che dovrà fare la tanto attesa riforma delle Pensioni e inserirla nella legge di Stabilità entro dicembre 2015, i temi sono la flessibilità e la pensione anticipata, sul tavolo c’è la proposta di Tito Boeri, presidente dell’Inps, del ricalcolo con il sistema contributivo e la proposta di Cesare Damiano di un prepensionamento con il metodo delle Quote, ossia la somma gli anni di contributi versati con l’età anagrafica, con o senza penalizzazioni.

Ad ogni modo, dopo i sacrifici, le lacrime e le tante polemiche dei contribuenti e dei sindacati, i pensionati con un assegno mensile a partire da 1.400 euro che hanno subito il blocco dell’indicizzazione delle pensioni con la legge Fornero dichiarato a marzo del 2015, illegittimo dalla Corte Costituzionale, hanno ricevuto il 1 agosto il cosiddetto bonus una tantum e dai primi di settembre riceveranno la rivalutazione permanente, ad esempio, i pensionati con 1800 euro lordi al mese avranno un rimborso di circa 8 euro.

Riforma Pensioni, la Fornero ammonisce: “Falsa flessibilità”

Intanto il Sole24ore ha reso noto che dopo il lungo silenzio l’ex ministro del lavoro, firmataria della riforma pensioni del 2011 ha dichiarato che è arrivato il momento di introdurre la flessibilità ma con interventi ponderati senza penalizzare le future generazioni, inoltre Elsa Fornero ha dichiarato che la pensione anticipata potrebbe penalizzare fino al 3,5% per ogni anno di pensione anticipata e ha criticato l’ipotesi del ricalcolo contributivo spiegando che è una soluzione troppo costosa e mancano le coperture finanziarie statali.

In merito all’Opzione Donna l’ex ministro del primo governo tecnico Monti ha concluso che rischia di diventare troppo penalizzante e inutile e ha definito le nuove proposte di introdurre “Falsa flessibilità”, che rende impossibile andare in pensione anticipata, tranne il caso di forza maggiore o assoluta necessità.

Pensioni: 50 mila pensionati senza la quattordicesima

Mentre il premier Renzi ha annunciato il taglio di tasse, lavoro e abolizione dell’Imu e della Tasi per il 2016, il Giornale ha reso noto che per 50 mila pensionati non hanno ricevuto la 14° per le pensioni in vigore nel 2007 per i pensionati over 64 con basso reddito, ossia un bonus che varia dai 300 ai 500 euro, e anche se l’Inps ha dichiarato che si tratta di un problema tecnico e ha richiesto nuova documentazione ai pensionati con il modello Red online o la dichiarazione dei redditi.

Ad ogni modo sono arrivate le segnalazioni dei pensionati che ha luglio non hanno visto nel loro assegno mensile la quattordicesima nel nonostante la compilazione del moduli richiesti presso i Caf dislocati su tutto il territorio nazionali, in merito l’Inps ha dichiarato che si tratta di un piccolo numero di pensionati rimasti senza 14 a causa dell’assenza di reddito dichiarata dal 2012 in poi, ossia 50 mila pensionati che secondo l’Istituto di previdenza non hanno i requisiti di reddito per usufruire del bonus.

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