L'aspetto della digitalizzazione nella Scuola pubblica sta assumendo sempre più rilevanza anche se siamo ancora lontani anni luce da quelli che dovrebbero essere gli obiettivi da raggiungere: basti pensare al registro di classe elettronico, adottato solamente dal 58,2% degli Istituti, secondo i dati ufficiali diffusi dal Ministero dell'Istruzione. Ecco perchè sono ancora tante le scuole in Italia dove si continua ad andare avanti con la 'doppia versione' del registro di classe, quella cartacea e quella digitale.
Registro elettronico e digitalizzazione nelle scuole: dove eravamo rimasti?
La normativa riguardante la digitalizzazione è indicata dalla legge 135/2012, quella che prevede il 'Piano di dematerializzazione' della Pubblica Amministrazione: meno carta e burocrazia, insomma, e più strumenti digitali. Il primo step era stato previsto per l'anno scolastico 2012-3, anno in cui tutte le scuole vennero chiamate all'adozione dei registri online e dove tutti gli insegnanti avrebbero dovuto valutare i propri alunni attraverso le 'pagelle elettroniche', inviandole poi via email alle rispettive famiglie. Tali obiettivi, si sa, sono ancora ben lontani in molte regioni d'Italia ma il Miur non intende fermarsi, rilanciando con la 'Buona Scuola' renziana la digitalizzazione nelle scuole, attraverso un investimento di circa 90 milioni di euro come prima tranche per l'anno scolastico 2015/2016 appena iniziato.
Piano Nazionale Digitale scuola: i dati e le risorse stanziate dal Miur
Rilancio, dunque, del Piano Nazionale Digitale, almeno secondo quanto contenuto nella legge 107. Se da una parte, il protocollo informatico è obbligatorio per la Pubblica Amministrazione dal 2004, i dati relativi al passaggio dalla 'carta al virtuale' nella scuola pubblica italiana sono esemplificativi: fino al 2014, il protocollo informatico era diffuso nel 78,3% delle scuole (poco più di tre scuole su 4); in circa la metà delle istituzioni scolastiche viene attuata la comunicazione online scuola-famiglia mentre si evidenziano grosse lacune per quanto riguarda l'archiviazione elettronica dei documenti, introdotta solo dal 31,2 per cento delle scuole.
E' chiaro che l'utilizzo del registro elettronico è possibile solamente se la scuola è in grado di offrire una dotazione informatica adeguata, sia per quanto riguarda il numero dei personal computer (o tablet) disponibili, sia per ciò che concerne la connessione Internet. Gli squilibri, soprattutto a livello territoriale, sono decisamente marcati e non si può certo parlare di omogeneità sul piano nazionale.
Ecco perchè, il nuovo Piano nazionale digitale si è posto, come obiettivo principale, il potenziamento delle infrastrutture di rete delle scuole e degli strumenti didattici: si punterà, inoltre, alla formazione hi-tech degli insegnanti e all'adozione di e-book.
Novanta milioni subito e poi trenta milioni ogni anno a partire dal 2016. Inoltre, si punterà molto anche sul Portale unico della scuola, un enorme database che conterrà tutti i dati relativi ai piani dell'offerta formativa, al sistema di valutazione, all'anagrafe dell'edilizia etc...
Resta da vedere, ora, se i soldi promessi verranno realmente investiti per il potenziamento della digitalizzazione della scuola pubblica italiana o resteranno, come spesso avviene, soltanto delle mancate promesse.