"Il Governo, su richiesta della Commissione lavoro alla Camera, dovrebbe predisporre una relazione tecnica per la quantificazione degli effetti finanziari del nuovo testo sulla settima salvaguardia degli esodati, dopo la conclusione degli esami degli emendamenti". A dichiararlo è l'On. Cesare Damiano, così come ripreso dall'Agenzia d'informazione Ansa. All'esecutivo è stato chiesto di offrire il proprio riscontro entro il prossimo 12 ottobre 2015, ovvero 10 giorni dopo il termine dei lavoro avviati sul tema dalla Commissione parlamentare.

Il Presidente Damiano si è augurato che il Governo "rispetti la scadenza e predisponga, come richiesto, una relazione tecnica che indichi gli oneri relativi ad ogni intervento di salvaguardia previsto dal provvedimento". Ricordiamo che in attesa di una risposta vi sono decine di migliaia di lavoratori esodati, oltre alle lavoratrici opzione donna che chiedono di ottenere la quiescenza secondo il diritto già maturato presso l'Inps.

Riforma pensioni e salvaguardie, ecco le richieste dalla Camera all'esecutivo 

Negli scorsi giorni si sono registrate dalla Camera dei Deputati le nuove richieste al Governo Renzi per un pronto intervento sul delicato capitolo delle Pensioni.

Si punta al Documento di programmazione economica e finanziaria chiedendo che la legge di stabilità 2016 possa prevedere dei meccanismi di agevolazione al pensionamento flessibile e all'anticipazione della quiescenza. Secondo il testo, il richiamo a questi obiettivo dovrebbe però avvenire "anche attraverso l'introduzione di meccanismi di incentivazione e disincentivazione", che però siano in grado di assicurare "il riconoscimento di trattamenti pensionistici adeguati e non eccessivamente penalizzanti, in particolare nei casi di disoccupazione involontaria". Chiaro anche il richiamo al problema degli esodati e dell'opzione donna, a cui si chiede di dare risposta sempre entro il termine della LdS. L'azione proposta è quindi focalizzata a sanare le tante posizioni dei lavoratori e dei disoccupati in età avanzata, che a più di quattro anni dalla Riforma Fornero attendono ancora  un meccanismo di flessibilizzazione che gli permetta di andare in pensione.

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