Mentre le procedure della ‘Buona Scuola renziana entrano nel vivo, con le contraddizioni proprie della Fase C del piano di assunzioni scuola e, soprattutto, del concorso scuola 2015-2016, arrivano nuove notizie dal punto di vista giudiziario per quanto riguarda i ricorsi per l’inserimento in GaE da parte dei diplomati magistrali. Secondo quanto riportato direttamente dall’Anief, il Giudice del Lavoro di Pistoia ha accolto senza alcuna riserva tutte le ragioni presentate e riconosce il diritto all’inserimento in GaE e alla partecipazione al piano assunzioni scuola tutt’ora in atto.

La motivazione è piuttosto chiara: nel momento in cui nel 2006 le graduatorie sono state trasformate e poste in ‘esaurimento’, i diplomati magistrali già possedevano il requisito dell’abilitazione necessario per l’inserimento. Ma non è tutto: si ravvisa, infatti, anche la possibilità di partecipazione al piano assunzioni scuola sempre per la stessa motivazione; i commi 95 e 105 della legge 107 del 2015 segnalano come la partecipazione alle immissioni può valere soltanto per chi era presente nella GaE nel momento dell’entrata in vigore della legge. Ebbene, per il principio per cui i diplomati magistrali non vi erano ma dovevano esservi, il Gdl di Pistoia conferma che i ricorrenti dovranno essere inseriti nel piano del Miur: bisognerà consentire la presentazione dell’istanza sul portale del Miur attraverso la riapertura delle procedure telematiche.

Insomma, si tratta di una vittoria importante per una categoria di docenti particolarmente penalizzata, ma anche di una prima vittoria contro la nuova normativa della ‘Buona scuola’, che risulta essere, a questo punto, inattaccabile. Qual è, invece, la situazione dei ricorrenti tramite TFA e PAS? Quali le ragioni della lentezza della giustizia amministrativa?

Previsioni TFA e PAS sui ricorsi per l’inserimento in GaE

L’importanza di quanto accaduto a Pistoia può essere analizzato a partire da due prospettive: in primo luogo, le GaE non sono più un tabù e la loro ‘riapertura’ a causa dei ricorsi sta diventando sempre più frequente; in secondo luogo, si tratta della prima ‘sconfitta’ della nuova legge di riforma della scuola, il che vuol dire che neanche quella è tabù.

A sperare, a questo punto, sono anche gli abilitati PAS e TFA, i cui ricorsi per l’inserimento in GaE, iniziati nel 2013 sono proseguiti con diverse sigle e avvocati singoli in un tortuoso percorso tra TAR, Consiglio di Stato e Giudici del Lavoro. Certo, la situazione dei docenti delle GI abilitati tramite TFA e PAS è sostanzialmente differente rispetto a quella dei diplomati magistrali: non vi è, ad esempio, la medesima questione del ‘tempo’ (la chiusura delle graduatorie risale al 2006, quando questi percorsi abilitanti non esistevano ancora). Resta, comunque, il problema della lentezza della giustizia amministrativa: probabilmente, le indicazioni che si ricercano non sono soltanto giuridiche, ma politiche.

Una ipotetica riapertura delle GaE per tutti i PAS, i TFA e i laureati in SFP significherebbe una vera e propria bocciatura della riforma renziana, soprattutto per quanto riguarda la decisione di escludere questi insegnanti dal piano di assunzioni: la giustizia amministrativa ‘oserà’ prendere questa decisione?

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