Oggi, dopo l'attentato di Parigi che ha gettato nel caos l'intera Europa, l'argomento che dominerà nelle scuole sarà quello suggerito dal Miur. E' stato il ministro dell'istruzione Stefania Giannini ad invitare i docenti ad osservare un minuto di silenzio in onore delle vittime francesi, suggerendo di dedicare almeno un'ora alla riflessione di quanto accaduto venerdì scorso nella capitale francese.
Toccherà alle scuole il compito di aiutare gli studenti a inquadrare nei giusti confini ciò che è successo, dove gli insegnanti saranno i registi delle discussioni nelle classi italiane. Il ministro Giannini esorta ad adottare la stessa parola d'ordine lanciata sui social dai cittadini parigini: #PorteOuverte.
Porte aperte
Il ministro dichiara che anche noi dobbiamo aprire le porte al dialogo vincendo la tentazione a rimanere indifferenti di fronte ai tragici fatti parigini che, se non inquadrati nella giusta ottica, potrebbero condurre a facili cacce alle streghe. A questo proposito rivolge l'invito a tutte le scuole, le università, le istituzioni dell'Alta formazione artistica e musicale a dedicare del tempo alla riflessione osservando anche un minuto di silenzio in onore delle 132 vittime del vile ed efferato attentato.
Se il compito appare agevole negli istituti superiori, diversa è la questione nelle scuole elementari che pure devono essere coinvolte in questa iniziativa.
Come parlarne ai bambini
Una maestra scrive a Orizzonte Scuola spiegando come ricompattare il fronte dei docenti sul tema dell'attentato di Parigi. In una lettera nella quale scrive una poesia da recitare in classe, esprime la convinzione che bisogna porsi il problema di come affrontare l'argomento con i più piccoli. Bisogna che se ne parli prima che siano loro, indotti da quanto vedono in televisione e da ciò che dicono gli adulti, a riversare ansie, tensioni e disagi psicologici. E' l'insegnante che deve capire quanto sia forte il bisogno di buttare fuori, di condividere con gli altri ciò che si è visto e provato.
Va condotto un dialogo in cui il regista è l'insegnante che, secondo quanto emerge dai loro racconti, deve comprendere e veicolare emozioni e paure con calma, abbassando i toni e aiutando i bambini ad esprimere e raccontare al fine di tradurre in patrimonio ragionato di tutta la classe. Non minimizzare ma trasmettere un senso di fiducia nell'umanità che in questo momento viene rimesso in discussione.